«Era tanto che non parlavo di calcio…». Roberto, dovresti farlo più spesso. Quando Baggio racconta il pallone c’è una musica diversa in sottofondo. Firenze fa il resto, la sua vecchia casa. Qui lasciò le stampelle per consacrarsi nell’arte del disegnare traiettorie e giocate come pennellate degli Uffizi. Ieri allo stand Diadora, nell’ambito della 91esima edizione di Pitti Uomo – rassegna mondiale della moda italiana – ha incontrato vecchi amici come Antognoni – «era il minimo per Giancarlo rientrare nella Fiorentina» – ed è volato a modo suo sul pallone di casa nostra. Partendo dal campionato: «Juve più forte di tutti, ma attenti a Roma e Napoli». Toccando le corde dell’eccellenza assoluta: «Totti fuoriclasse incredibile e Dybala il 10 del futuro». Lanciando in orbita questa nuova generazione di italiani: «Bernardeschi gran talento». La sua forza è riuscire ancora ad emozionarsi, non sembra alla soglia dei 50 anni (li festeggerà il prossimo 18 febbraio): «Vivo il calcio con più di distacco, da lontano, ma passione e amore sono intatte. Di sicuro la parte che mi manca di più è il profumo dell’erba. Sono felice perché nonostante abbia smesso di giocare ormai da 13 anni, la gente mi gratifica di tanto affetto. E’ stupendo tutto questo».
LA JUVENTUS Baggio sul campionato: «Non è chiuso, anche se la Juve resta favorita perché è la migliore e non solo in campo: alle spalle i bianconeri hanno una macchina perfetta, una società struttura al meglio e molto organizzata. Non si vincono 5 scudetti per caso… Ma occhio alla Roma e al Napoli. Queste squadre giocano un calcio diverso dalle altre, mi piacciono».
PALLONE D’ORO Roberto Pallone d’Oro, uno dei più grandi italiani di sempre, ce lo ha invidiato il mondo. Quando prendeva il pallone si aveva sempre la percezione che di lì a poco sarebbe accaduto qualcosa di decisivo. La musica diventa ancora più affascinate quando descrive la sua stirpe, i numeri 10 sontuosi. «Totti è fantastico, non ci sono altre parole. Perché alla sua età essere ancora un fuoriclasse non è facile. Dybala mi intriga, talento impressionante, il 10 del futuro». Accanto a loro crescono giovani italiani, una generazione che ci restituisce orgoglio: «Siamo fortunati, credetemi: qui da noi il calcio ciclicamente sforna calciatori molto bravi. Mi auguro solo che abbiano la possibilità di dimostrare in pieno il loro valore. Berbardeschi, ad esempio, è un bel talento, ma devono farlo crescere con calma, serve pazienza. Io, invece, ho un progetto in testa da realizzare all’estero con i ragazzi».
ESTREMO ORIENTE Soffio il vento dell’Estremo Oriente, Baggio lo asseconda: «Per Milan e Inter, con queste proprietà cinesi, si aprono grandissime opportunità». Ai tempi di Firenze diventò amico di Roberto Benigni: «Mi piacerebbe tanto rivedere Roberto, ma non ho più il numero». E domenica al Franchi si gioca Fiorentina-Juventus, la sfida che per Firenze non sarà mai come tutte le altre. «Firenze significa mille ricordi, qui vive uno dei miei fratelli, Eddy. Ho tanti amici. Ho giocato con Sousa alla Juve, so quanto sia sentito questo confronto. Mi auguro che vinca lo spettacolo». Roberto parla più spesso.
(Il Messaggero – M. Tenerani)
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