Una lunga giornata iniziata dalle prime ore della mattina di ieri e conclusa ieri sera intorno alle 20.30, quando Tommaso Baldanzi è arrivato all’Hilton dell’Eur dove si è mescolato con la platea del calciomercato romano targato Adicosp e ha firmato anche qualche autografo (lì lo ha poi raggiunto anche l’agente, Giuseppe Riso), scrive il Corriere dello Sport.
Sull’asse Roma-Milano si è consumata la penultima giornata della sessione invernale di affari e trattative e con lei una delle trame più avvincenti di questo mese: a Trigoria Tiago Pinto tesseva la tela delle cessioni per arrivare alla ciliegina sulla torta, il colpo pensato e condiviso con Daniele De Rossi nove giorni fa, Tommaso Baldanzi. E così, via Belotti in prestito oneroso alla Fiorentina (750 mila euro in cassa), via Kumbulla in prestito secco al Sassuolo, Celik in uscita. Serviva spazio non in lista per Baldanzi (un 2003 si tessera liberamente), ma finanziario. E con due cessioni è stato creato.
L’idea l’avevano avuta Tiago Pinto e Giuseppe Riso, il manager di Tommaso Baldanzi: e il sito del nostro giornale l’aveva anticipata di prima mattina, il 24 gennaio scorso. Da loro sono partiti i primi ragionamenti, loro hanno cominciato a costruire l’impalcatura economica dell’affare incontrando l’ok del nuovo allenatore (le parole di De Rossi sul gm uscente non erano dette a caso, e la sua dedizione al lavoro, la vicinanza al tecnico fino all’ultimo giorno, è parsa un valore che DDR ha voluto rimarcare).
In quei giorni l’Empoli era ignaro: nessun contatto, nessuna offerta formale. Ma sia il presidente Corsi che il ds Accardi con il passare delle ore e dei giorni acquisivano la consapevolezza che alla Roma il ragazzo piacesse eccome: restando allineati e coperti, come si fa in ogni trattativa che si rispetti.
La Roma doveva cedere e i numeri dovevano quadrare. La trattativa non si è mai fermata, ha vissuto stand by tecnici ma intanto prendevano corpo i numeri: 15 milioni l’operazione nel suo insieme, un giovane (poi scomparso all’esito dell’affare), la percentuale sulla futura rivendita, venuta fuori dopo due giorni di lavoro sull’affare e fissata ieri sul 10%.
Ieri Giuseppe Riso, nel primo pomeriggio, è calato sullo Sheraton San Siro, sede delle trattative della sessione milanese del mercato targata Adise e Master Group. Erano le 16.30, cellulare immancabilmente tra la mano e l’orecchio, gestualità operativa spinta durante le conversazioni. Alle 17.40 è uscito, aveva quasi un ghigno sul viso: teneva tanto a chiudere questa operazione, come ci teneva tantissimo Tiago Pinto, che dopo tre anni non sempre facili, voleva salutare la Roma con un gran bel colpo di prospettiva. Riuscito, dopo Angeliño.
In tutto questo non può mai passare in secondo piano il ruolo della proprietà, che sugli affari top ha sempre messo il suo timbro. Se Baldanzi arriva, dopo tutto il lavoro preparatorio del gm con il manager del ragazzo e con l’Empoli, è perché Dan Friedkin ha calato l’asso e questo solo lui poteva farlo: in una operazione concepita a titolo definitivo, il presidente ha deciso di pagare 10 milioni subito e 5 al conseguimento di obiettivi di squadra e individuali.
Quei 10 milioni cash hanno sbaragliato anche azioni di disturbo ravvisate, dell’ultim’ora, di Juventus e Fiorentina, sotto traccia ma concrete. Una spesa possibile anche per il Fair Play Finanziario, in virtù dell’ammortamento agevolato che i quattro anni e mezzo di contratto al ragazzo (fino a giugno 2028) hanno potuto garantire. Così la Roma ha il suo talento di fantasia tutto italiano, nel segno di una progettualità diversa che la proprietà sta dando al club. Baldanzi è felicissimo, la tifoseria giallorossa carica. Gli idoli di Tommaso sono da sempre Roberto Mancini, Francesco Totti e Paulo Dybala: ora la Joya potrà vederla da vicino.
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