(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Tra la sfiga e la speranza c’è la sintesi estrema di Alessandro Florenzi, che di Nainggolan dice: «Eh, Radja è un po’ strano, per lui gli infortuni non esistono, ha giocato tante volte stirato, dunque vediamo». Anche se a dar retta alle sensazioni e alla numerologia – il belga è uscito al minuto 17, credete sia un segnale? –, il centrocampista che non ha più la cresta rischia di non avere più davanti neppure quella montagna così stimolante da scalare che è il Barcellona.Colpa di una ginocchiata ricevuta giusto all’altezza del retto femorale della gamba destra, che gli ha provocato un risentimento muscolare. Radja ha provato a rimanere in campo qualche minuto, poi si è arreso e ha chiesto il cambio. Fosse un problema muscolare classico, ovvero la pizzicata o il fastidio che immediatamente la precede, non ci sarebbe nulla da fare. Il fatto che il guaio si stato provocato da una botta, al contrario, qualche spiraglio di luce in fondo al tunnel lo fa intravedere. Ma siamo al lumicino, per intenderci.
PROGRAMMA – Nainggolan è più fuori che dentro, per il Camp Nou, ed è nettamente la notizia meno bella che Di Francesco si porta dietro da Bologna. Che certo non è trasferta beneaugurante se messa prima di Barcellona: due anni e mezzo fa finì con un pareggio al Dall’Ara e il 6-1 per Messi in Champions. Ok, basta con i corsi e ricorsi. Meglio concentrarsi sul programma che aspetta Nainggolan nelle prossime ore: da oggi terapie specifiche a Trigoria, domani gli esami clinici del caso per capire approfonditamente l’entità del danno. «Le sensazioni non sono buone», ha spiegato Di Francesco. «Ora valuterà il medico, ma per come è uscito dal campo non riesco a pensare in maniera positiva. Mi aveva detto di aspettare, poi ha mollato. E se lo fa lui, vol dire che c’è qualcosa di importante sotto. Ma lui è un Ninja, chissà, potrebbe uscire da questa situazione, ci ha abituato a recuperi lampo». Il precedente più vicino, anche se legato a un guaio fisico diverso – piccola lesione all’inguine –, è quello del derby d’andata: Nainggolan si fece male con il Belgio, poi sette giorni più tardi vinse segnando contro la Lazio. Ora lo spazio di manovra è meno ampio. E il contrattempo infastidisce non poco Di Francesco, che se la prende con la nazionali: «A volte non capisco la gestione dei calciatori con le loro selezioni», ha detto il tecnico, «quanto tornano hanno sempre difficoltà importanti. Radja ad esempio non si è allenato per quattro giorni. Due calciatori si sono fatti male, Under e appunto Nainggolan. E Dzeko era stanchissimo, ho parlato con lui e mi ha detto che non se la sentiva di giocare titolare». Ha fatto giusto in tempo a entrare e a mettere la firma sul pareggio, nel giorno dell’ennesima occasione sciupata da Schick: «Avremmo dovuto far di più, alla Roma a volte manca quel qualcosa che è tipico delle grandi squadre. Però è pur vero che Alisson non ha dovuto far neppure una parata». Quell’Alisson su cui Monchi spiega: «Non dico quanto vale, non ho intenzione di venderlo. Lui come Pellegrini, che sarà un giocatore importante della Roma del futuro». Anche del presente: se Nainggolan molla, non c’è altra via che Lorenzo al Camp Nou.
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