Brutto e vuoto. Lo stadio Olimpico prosegue sulla strada del suo declino. Seguendo il trend degli altri impianti italiani. Ma distinguendosi per numeri negativi. Un vero e proprio crollo di presenze, rispetto alla passata stagione, secondo solo a Napoli. Meno 17,8% le presenze registrate durante le partite della Roma — al termine delle prime 18 giornate di campionato — secondo i numeri raccolti dall’Osservatorio del calcio italiano, serie A (quello del Napoli è di – 22,3%). Segue la Lazio, con un -7,5%. Una situazione disastrosa per la capitale, da sempre città con una partecipazione di tifosi caldissima. I motivi: la protesta degli ultras per le barriere, con il conseguente, e sottovalutato, effetto a catena, ma anche i disagi sempre maggiori per raggiungere e usufruire dell’Olimpico, tra parcheggi lontani e controlli serrati; da aggiungere i prezzi dei biglietti, troppo alti, e una generale disaffezione da parte della gente, stanca di non alzare trofei.

Al di là di Roma e Lazio, in generale, il calcio italiano vive una flessione di spettatori dell’1,7% (peggior dato delle ultime cinque stagioni), per una media di 21.833 spettatori, alla quale resistono solamente la Juve, l’Inter e il Milan. Andamento delle presenze a parte, il club di Trigoria è immerso nella questione del progetto stadio a Tor di Valle, anche se il caos politico-giudiziario che avvolge la città rischia di rallentare l’iter. «Siamo perfettamente consapevoli che rischiamo una causa con la Roma», l’ammissione dell’assessore all’urbanistica, Paolo Berdini, durante uno speciale sugli stadi su Rainews24.

Per quanto riguarda il fronte mercato — in attesa che la squadra torni a lavorare il primo gennaio — sembra complicarsi la questione legata a Rincon, che nelle ultime ore appare più vicino alla Juve. La Roma cerca un centrocampista per completare la rosa, e uno dei nomi che si fanno è quello di Castro, giocatore del Chievo, classe ’89.

È invece Gandini a riaprire la questione del rinnovo contrattuale di Spalletti, in scadenza nel prossimo giugno. «Ci aspettiamo che i risultati sul campo portino Spalletti a decidere di restare. Bisogna capire cosa sia per lui sinonimo di successo: vincere un trofeo è importante e auspicabile per la crescita societaria, ma ci sono tanti modi per arrivare secondi ». L’ad giallorosso, a margine della convention a Dubai legata al “Globe Soccer”, dà il cronoprogramma. «Nei primi mesi del 2017 ci siederemo a un tavolo per fare il punto della situazione. Ovviamente, noi abbiamo il desiderio di continuare con lui». Desiderio anche di Pallotta, che ha parole al miele per Spalletti. «È l’uomo giusto per noi — ribadisce il presidente della Roma — mi ha subito colpito la sua passione, il modo in cui parlava di tattica, prima non se ne parlava praticamente mai».

(La Repubblica – F. Ferrazza)



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