Nel giorno in cui Florenzi torna di nuovo sotto i ferri del professor Mariani – a distanza di quattro mesi dal primo intervento – la Roma si specchia nell’immagine di una se stessa bella e di nuovo matura a livello internazionale. E i tifosi della curva tornano a sognare un rientro allo stadio. A ridosso del derby del primo marzo verranno infatti abbassate le barriere della discordia, quelle che da un anno e mezzo dividono la Sud e la Nord, allontanando i gruppi ultras giallorossi, impegnati in una continua protesta. Un cambiamento che verrà attuato per la stracittadina d’andata della semifinale di coppa Italia – che si giocherà in notturna – con la Lazio squadra ospitante. Poi verranno completamente rimosse se non ci saranno problemi di ordine pubblico. La rimozione parziale, definita tecnicamente dalla Autorità “rimodulazione”, della parete divisoria, non sarà però sufficiente per far rientrare i sostenitori più caldi della Roma, che ripopoleranno la curva solamente di fronte all’abbattimento totale. In attesa del cambiamento all’Olimpico, Spalletti non perde certo tempo a celebrare i quattro gol di Villarreal perché, quello che valeva giovedì sera, rischia di esser annullato domani contro il Torino.
Il tecnico conosce bene i suoi polli e ha continuato a ribadire ai giocatori – dal fischio finale in terra spagnola, alla ripresa degli allenamenti – che non si è ancora vinto un bel nulla e che i piedi devono restare ben piantati a terra. Chi è velocemente ripiombato sulla terra è suo malgrado Florenzi, ieri mattina operato al ginocchio sinistro, quello che sembrava ormai guarito. Gli è stato trapiantato chirurgicamente il tendine rotuleo del ginocchio destro e i tempi del rientro sono quantificati in cinque mesi. Chi si gode un bel periodo di felicità è invece Emerson, fresco di gol della consacrazione a Villarreal: «Grazie al mister ho imparato il valore del lavoro tattico».
(La Repubblica – F. Ferrazza)
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