AS ROMA NEWS SAMPDORIA PELLEGRINI – Ormai ci ha preso gusto. A Siviglia aveva anticipato il Var, esultando con almeno un minuto d’anticipo per il pareggio di Belotti, poi confermato dall’occhio elettronico. Ieri ha concesso il bis, rasserenando i calciatori in campo sul tocco di mano di Ferrari: “Tranquilli, tanto è rigore”. Detto, fatto. José ha avuto ragione un’altra volta, scrive Il Messaggero.
La Roma passa a Genova con il minimo sforzo, con un penalty trasformato da Pellegrini che c’è (il braccio del difensore è largo) ma se lo subisci non puoi non maledire come ti giri tutto contro (il pallone tocca il polpastrello del doriano). E così, tra il Napoli dei miracoli che tra campionato e coppa ha già segnato 42 reti, la rivelazione Atalanta e il Milan campione d’Italia, nel gruppetto di testa c’è anche la pragmatica Roma di Mourinho.
Che continuerà a non rubare l’occhio, a vincere con il minimo scarto (con quello di ieri è il sesto successo di misura in campionato) e a segnare con il contagocce ma è lì, quarta in classifica, con appena 13 gol all’attivo in 10 partite davanti a Lazio (+1), Inter (+3) e Juventus (+6). Tra l’altro senza Dybala e Wijnaldum i due campioni che dovevano cambiarle volto. Scusate se è poco. Una Roma che da qualche tempo inizia ad essere immagine e somiglianza di Mourinho. Poco incline allo spettacolo, molto alla sostanza. Squadra senza fronzoli, che non concede nulla all’estetica e che bada al sodo.
Detto questo, pur non dimenticando il tour de force che vede i giallorossi giocare ormai ogni tre giorni e l’infermeria piena, si può migliorare. Anzi, probabilmente si deve. Soprattutto contro un avversario terrorizzato come la Sampdoria, che per tutto il primo tempo era più preoccupato ad ascoltare le indicazioni di Stankovic in panchina che a cercare di produrre uno straccio di azione. Bisognava quindi approfittare meglio di un clima da ultima spiaggia che nell’intervallo ha visto anche una durissima contestazione a Massimo Ferrero. Tornato allo stadio dopo 10 mesi, la crescente tensione sugli spalti al quarto d’ora della ripresa ha portato le forze dell’ordine alla decisione di farlo allontanare dall’impianto, protetto da un’imponente scorta.
E invece il solito tran tran, con i primi 45 minuti al piccolo trotto che oltre al rigore hanno visto ben poco più una ripresa tenuta in sospeso sino al fischio finale. Soprattutto quando hai quattro occasioni in contropiede (Pellegrini, 2 Belotti e Zaniolo) a tu per tu con Audero, almeno una la devi sfruttare. Perché poi può capitare che dopo 90 minuti dove Rui Patricio non deve compiere una parata, una delle tante mischie nel finale nascondino la tremenda beffa. Quella che per fortuna ieri è stata evitata anche perché sarebbe stata un’ingiustizia.
Pur giocando una partita senza acuti, la Roma ha meritato di vincere. E soprattutto Mou ha dimostrato di voler a tutti i costi i tre punti, presentando una formazione molto offensiva, confermando il 3-5-2 di Siviglia con Abraham e Belotti (escluso a sorpresa Zaniolo dal via), Pellegrini mezzala insieme a Camara più Cristante, con addirittura El Shaarawy esterno a sinistra. Squadra a trazione anteriore che però si è adagiata troppo sul vantaggio iniziale, limitandosi a controllare la pochezza tecnica della Samp che si è affidata allo scolastico Villar e alla scarsa vena di Caputo, Gabbiadini e Djuricic. Le cose non sono migliorate nemmeno con gli inserimenti di Pussetto e Murru e poco dopo anche Quagliarella e Verre.
La partita s’infiamma soltanto per gli errori a ripetizione dell’arbitro Di Bello che a volte non fischia falli, dimentica i cartellini e non vede un mani di El Shaarawy al limite dell’aerea che avrebbe regalato una punizione pericolosa ai padroni di casa. La Roma, però, gestisce senza patemi. Zaniolo al 90′ segna anche il 2-0 ma è in fuorigioco. L’appuntamento con il ritorno al gol per Nicolò è rinviato. Quello con i tre punti, invece, no. E ora, domenica prossima, all’Olimpico torna “Spallettone” (cit.). Servirà un’altra Roma. Mou è il primo a saperlo.
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