Rassegna stampa
Bella Roma, la Juventus nel sacco
AS ROMA NEWS JUVENTUS – Segnali di Roma. I giallorossi bloccano la corsa della Juve e racimolano il secondo pareggio in tre partite. Ancora una volta 0-0, come a Cagliari, a testimonianza di una squadra che pur avendo Dybala, Soulé, Dovbyk e Pellegrini, fatica maledettamente in zona gol, scrive Il Messaggero.
Provando però a vedere il bicchiere mezzo pieno, almeno per un tempo si è capito cosa ha in mente De Rossi: squadra corta, aggressiva, forte sulle seconde palle’ e vogliosa di verticalizzare. Poi tante cose ancora sono da perfezionare. E il mercato che ieri ha regalato Hermoso e aspetta Hummels non ha di certo aiutato. Ma ora che il via-vai a Trigoria è finalmente concluso si può guardare al futuro con un pizzico di ottimismo, consapevoli però quello che attende Paulo e compagni: un altro campionato a inseguire.
De Rossi dà seguito a quanto detto una settimana fa, dopo il ko con l’Empoli: «Dovrò essere bravo a scegliere quelli che vanno forte». Detto, fatto: Pisilli per Paredes con Cristante in regia, Soulé per Dybala e subito dentro l’ultimo arrivato Saelemaekers. Coraggio non gli manca. Come del resto a Motta che dà fiducia all’undici che ha battuto il Verona lasciando in panchina Koopmainers, Douglas Luiz, Kalulu, Danilo e Nico Gonzalez.
La prima azione trae subito in inganno: Saelemaekers scala come quinto a sinistra ma in realtà la Roma dietro gioca a quattro, imposta a tre e si trasforma in 4-3-3 quando l’azione offensiva si è già sviluppata e 4-1-4-1 in fase difensiva, con Cristante un passo indietro in versione DDR vecchia maniera. Ma il coraggio di Daniele si vede anche nell’approccio che ha la Roma: difende alta, aggressiva, con un possesso-palla mai fine a se stesso. Pellegrini corre per tre, mettendo il piede quando serve, emulato da Pisilli.
La Juve appare sorpresa. Il problema, da una parte e dall’altra, è che non si tira mai in porta. Dovbyk è annullato da Gatti e Bremer, Vlahovic è soltanto più mobile ma per impegnare Svilar deve aspettare 41 minuti con una girata che il portiere devia in angolo. In precedenza Pellegrini con una conclusione a giro deviata da Bremer aveva sfiorato il palo. E Soulé? Va a sprazzi. A volte sembra abbia bisogno di un campo lungo 150 metri anziché 105 e di un pallone soltanto per lui. Poi ti smentisce quando rientra sul sinistro e alza sulla traversa. Deve migliorare le scelte, spesso discutibili.
Se proprio va cercato un neo è nel lavoro degli esterni offensivi che non saltano mai l’uomo, creando così la superiorità numerica, preoccupati come sono a regalare equilibrio. Chi ci rimette è Dovbyk. L’ucraino si vede soltanto in un paio di ripiegamenti provando a emulare Lukaku nel tentativo di far salire la squadra ma è completamente fuori dal gioco. Appare evidente che la squadra non abbia capito come servirlo. L’ex Girona è un centravanti che ama la profondità, prediligendo chiudere l’azione sul secondo palo. Ma fino a quando rimane in campo non riceve un pallone giocabile. Ne esce così una partita molto tattica e equilibrata che dà l’idea possa essere sbloccata dalla giocata del singolo.
In avvio di ripresa Motta si gioca così la doppia carta Koopmeiners-Conceiçao: fuori Cabal e Mbangula. L’olandese va in mezzo, Yildiz scala a sinistra e il portoghese scalpita sulla fascia opposta con Cambiaso a fare il terzino sinistro. È un’altra Juve. Fortuna vuole per la Roma che Vlahovic non sia in serata. Prima sbaglia nel concludere (fuori), servito da Koopmainers, quando c’è liberissimo in area Conceiçao.
Poi in almeno due occasioni, i bianconeri hanno la possibilità di partire in contropiede quattro con due ma il centravanti una volta sbaglia il passaggio, l’altra il controllo del pallone. De Rossi si accorge che l’inerzia della gara è cambiata. La squadra è stanca, anche se un rimpallo tra Soulé e Bremer finisce in modo fortuito ma sospetto sul braccio del difensore. DDR all’ora di gioco inserisce così Dybala (applauditissimo dall’Allianz Arena) e Zalewski: ad uscire Saelemaekers e Soulé.
Poi a 20′ dal termine è il turno anche di Koné (buono il suo impatto). Dall’altra parte Conceiçao fa quello che De Rossi chiede ai suoi esterni: provare a saltare l’uomo. Un paio di cross mettono i brividi ma è la Roma a chiudere in avanti. E un tiro di Angeliño dai 25 metri, fa addirittura urlare al gol. Finisce invece 0-0. Un punto per ripartire e una sosta per lavorare.
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