AS ROMA NEWS SALERNITANA BELOTTI – Fra Roma e Salernitana finisce 2-2 con due grandi protagonisti, anzi tre. Da una parte la doppietta di Andrea Belotti, che non segnava in campionato addirittura da quando giocava con il Torino (tripletta con l’Empoli) dopo il digiuno dello scorso torneo, una striscia di 34 partite senza segnare, scrive La Gazzetta dello Sport.
Dall’altra il partitone di Antonio Candreva, con il gioiello del temporaneo vantaggio e un’interpretazione della partita perfetta, sempre nel momento giusto al posto giusto in una gara complicata, per lunghi tratti intrappolata dentro una trama tattica che nonostante il tabellino generoso di reti, non ha consentito una grande collezione di palle gol.
Roma e Salernitana hanno pareggiato nel giorno in cui però c’è stato un altro grande protagonista: il ricordo di Carletto Mazzone, celebrato da tanti striscioni e da un tenerissimo, lungo e riconoscente applauso dello stadio giallorosso, ancora una volta in formato sold out, ed è la trentaquattresima volta di fila nell’era di Mourinho, ieri lontano dalla panchina per la squalifica e sostituito da Bruno Conti.
Certo, a leggere solo il risultato ti può venire in mente che il pareggio non è proprio un gran risultato per le ambizioni della Roma, mentre risponde alle aspettative di una Salernitana che peraltro ha schierato il suo bomber Dia, ancora non in perfette condizioni, soltanto per un quarto di partita. Ma la squadra di Sousa, è stata per quasi tutto il secondo tempo in vantaggio grazie al pareggio con sorpasso di Candreva e a un certo punto s’era illusa di poter portare a casa l’impresa che non ti aspetti. Ci si è messo ancora un Belotti finalmente sbloccato a dire no, questo è troppo.
E così la Roma nel recupero ha pure fatto correre qualche brivido sulla schiena di Ochoa per il risveglio di El Shaarawy, sua la conclusione all’incrocio dei pali nel secondo tempo mentre si inseguiva il pareggio, e soprattutto con quattro cambi decisamente azzeccati che hanno avuto il merito di dire alla partita: no, aspetta, fermati, non può finire così. Paredes, Renato Sanches e Zalewski hanno dato un po’ di gas e la Salernitana ha fatto più fatica a contenere. Il tutto con una Roma che non ha cambiato modulo, chiedendo a Cristante di fare lo Smalling, sostituito proprio da Paredes, con un passo indietro nella linea difensiva.
L’inizio era stato tutto romanista. Con un Belotti ispiratissimo. Prima, l’ex granata andava in gol sfruttando un lungo lancio di Cristante, e si vedeva annullare la rete per un fuorigioco veramente millimetrico. Poi il gol di volontà con Gyomber lasciato sul posto e una superiorità della Roma per una mezz’ora abbondante con tanto di occasionissima di Mancini sotto porta su un colpo di testa di Smalling. Con un grande movimento da parte di Aouar, uno dei nuovi, preziosa fonte di gioco in una giornata in cui Mourinho ha dovuto fare i conti con l’assenza degli squalificati Dybala e Pellegrini.
La Salernitana ha faticato un po’ a mettersi in moto, quasi subisse più della Roma la giornata caldissima (si è cominciato a giocare con 35 gradi). E ci sono volute proprio le grandi intuizioni di Candreva per cambiare il copione. L’ex laziale avrà pure 36 anni, ma ha giocato con l’entusiasmo del ragazzino e l’esperienza del veterano, cambiando posizione dalla sua casella di trequartista, fino a trovare un buco fra Mancini e Smalling e infilarsi in area per pareggiare. Garantendo il bis a inizio ripresa con un gol spettacolare su un pallone di Bradaric, stop pregevole e pennellata a giro da applausi dalla distanza che ha sorpreso Rui Patricio.
A quel punto, in un pugno di minuti, è cambiato tutto, con la Roma scossa e in evidente difficoltà. La squadra di Mourinho ha combinato poco nella prima parte della ripresa, praticamente solo un tiro alto di El Shaarawy, prima di svegliarsi con l’aria nuova proveniente dalla panchina.
A quel punto è diventata un’altra Roma. Magari un segnale per quello che potrà diventare, intanto recuperando i suoi creativi Dybala e Pellegrini. E connettendoli con Aouar, giocatore che promette di essere davvero prezioso nel futuro del campionato. La sensazione è che però si sia ancora in una fase di lavori in corso, siamo a mercato aperto, prima di poter definire la vera identità della squadra. Scritto di Aouar bisognerà capire quali saranno i “nuovi” più funzionali al tipo di cose che ha in testa Mou. Che da ieri sera però si ritrova un Belotti tutto nuovo.
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