Cristian Volpato

AS ROMA NEWS VERONA VOLPATO – Superficiale e maldestra nell’approccio, a tratti irritante per quanto sciupona (vero Abraham?) ma con un cuore grande così. E con un folletto italo-australiano di 18 anni capace di far vedere le streghe al Verona e le stelle ai 4mila tifosi giallorossi che anche di lunedì hanno riempito il settore ospiti del Bentegodi, scrive Il Messaggero.

La Roma vince così in rimonta, ritrova in campionato dopo oltre 9 mesi il gol di Zaniolo (l’ultimo era stato ad Empoli, lo scorso 23 gennaio), inanella la quarta vittoria consecutiva in trasferta (dopo Empoli, Inter e Sampdoria) mette la freccia sui nerazzurri e la Lazio piazzandosi al 4° posto in classifica, e scopre definitivamente il talento scovato da Totti, che prima di un torneo Under 17 in Malesia di tre anni fa, giocava nei Western Sydney Wanderers.

Prima di raccontare la favola di Cristian, c’è però una partita che non va dimenticata. Perché il gol di Dawidowicz dopo 26 minuti era sembrata la giusta punizione per una squadra che continua a sprecare l’inverosimile. Poi si potrà anche dibattere sino all’eternità sul gioco-non gioco di Mourinho. Piace ai pragmatici, meno agli esteti del gegenpressing, del guardiolismo, del tiki-taka o, se volete, dell’attuale spallettismo, ma le chiacchiere le portano via le occasioni per fare gol. E anche ieri la Roma sotto questo frangente ha dominato.

I dati degli expected gol sono chiari: 0,29 per il Verona, 3,33 per i giallorossi. Al netto delle tre reti segnate, almeno altre cinque occasioni, di cui tre clamorose capitate soltanto a Abraham che è riuscito a sbagliarle tutte. In due casi colpendo il palo (prenotando la prossima copertina della sigla di Mai dire Gol), nell’altra sbucciando un pallone di testa da tre metri che andava soltanto accompagnato in rete. Fortuna vuole che in uno dei due legni, quello centrato al termine del primo tempo, sia sbucato il tap-in vincente di Zaniolo, abile a sfruttare in precedenza l’unico ma grave errore di Tameze che si era fatto rubare il pallone da Camara prima del macroscopico errore sotto porta di Tammy corretto da Nico.

Una rete, quella di Zaniolo, che ha permesso alla Roma di tornare negli spogliatoi in parità nonostante il rosso diretto (su indicazione del Var) a Dawidowicz al 36′ sembrava dovesse indirizzare la partita in modo più agevole. E invece, senza Nicolò, i giallorossi hanno fatto fatica. Perché una volta uscito a inizio ripresa per una serie di colpi che lo hanno costretto ad alzare bandiera bianca, Mourinho ha perso il calciatore che, seppur in modo confusionario, s’era preso la squadra sulle spalle. Magari alla stregua di un giocatore di football americano, pronto a guadagnare tra spallate e placcaggi schivati, iarde per i suoi compagni. Ma tant’è.

Serviva a quel punto qualcosa di diverso, d’imprevedibile. José ci ha provato prima tatticamente ribaltando nei secondi 45 minuti più volte la Roma come un calzino. Tentando inizialmente di abbassare Pellegrini al posto di Cristante, sostituito da El Shaarawy. Inserendo in un secondo momento Belotti e Volpato per Zaniolo e Zalewski. Infine giocandosi la carta Matic al posto di Mancini, lasciando pensare ad un 4-3-3. E invece è nato un 3-4-3 iper-offensivo dove è uscito il talento di Volpato.

Cristian è partito trequartista dietro Abraham per poi trovare la sua posizione a destra nel tridente che vedeva addirittura Matic (che colpirà anche una traversa) centrale arretrato con compiti d’impostazione. Proprio sull’asse serbo-italoaustraliana è nato il vantaggio a due minuti dal termine. L’ex United si ritrova dopo una palla ciccata dal Gallo a sinistra e rimette al centro. Cristian non ci pensa un attimo: mancino velenoso e palla in rete. Forse Montipò parte in ritardo ma a Volpato non interessa.

Il 18enne è già sotto la curva che allarga le braccia, stile Corcovado, sommerso dai compagni. Ma non finisce qui. Perché un centinaio di secondi dopo, con una giocata alla Totti, Cristian inizialmente nasconde il pallone per poi darlo in velocità a El Shaarawy che chiude definitivamente i conti. La Roma vince, torna quarta e si riscopre in rosa, nella notte di Halloween, con un maghetto in più. Che con il Verona deve avere un conto in sospeso: il primo gol in serie A lo aveva segnato lo scorso anno proprio ai veneti. Ennesima magia di una notte indimenticabile.



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