Illividito: così Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica del Comune, viene descritto da chi lo ha incrociato nelle ultime 48 ore. Al veleno anche le sue dichiarazioni: «Discutiamo da mesi di una cosa inutile per la città, cioè lo stadio della Roma. Non sappiamo neanche come far funzionare lo stadio Flaminio che sta andando alla rovina. Qualora dovessimo costruire lo stadio della Roma, che fine farà lo stadio Olimpico?». Ennesima miscela di imprecisioni: dimentica che lo Stadio della Roma è un progetto privato, che il Coni non ha obiettato nulla e che, anzi, Giovanni Malagò una decina di giorni fa aveva evidenziato per il Coni la possibilità di dare nuova vita quotidiana all’Olimpico. E dimentica che il Flaminio continua ad essere un problema del Comune. Poi prosegue: «In Inghilterra si costruiscono stadi bellissimi nel centro delle città. A Roma bisogna costruire l’ennesima cattedrale nel deserto». Chissà, forse bisognava costruirlo a largo Preneste. E pensare che in Olanda, a Rotterdam, viene progettato il nuovo stadio del Feyenoord addirittura con un contributo in denaro da parte del Comune. In realtà, il livore sempre maggiore con il quale Berdini si scaglia contro il progetto della nuova casa giallorossa rischia solo di affrettare la sua prematura uscita dalla Giunta. Per la quale, secondo quanto circola a Palazzo Senatorio, il problema è solo la mancanza di un credibile nome alternativo, visto che quello di Emanuele Montini, di Italia Nostra, rischia di scontare resistenze interne al Movimento.
Le voci di corridoio del crescente malessere interno verso Berdini sia di molti colleghi assessori che di quasi tutti i consiglieri si rincorrono già da un paio di mesi. Gli vengono rimproverate praticamente tutte le decisioni importanti (Torri dell’Eur, Fiera di Roma, Città dei giovani a Ostiense, Piani di Zona) da lui assunte in questi 5 mesi di lavoro. Decisioni che hanno esposto la Giunta Raggi a critiche severe. E in molti digeriscono sempre meno l’atteggiamento di Berdini a metà fra il paternalistico e il professore («29 piccoli fratelli magari inesperti») e le sue intromissioni in materie non di sua competenza come la Metro C. Di certo, le frustate che Berdini ha riservato al vicesindaco Frongia stanno a testimoniare di un clima tempestoso nella Giunta, con Berdini che pare volutamente ignorare le richieste al silenzio ripetutamente rivoltegli dai vertici capitolini. Quasi a voler accelerare la via del divorzio.
(Il Tempo – F. Magliaro)
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