NOTIZIE AS ROMA GASPERINI BIANCHI – Ha allenato e vinto con tanti grandi club italiani come Roma, Inter, il Napoli di Maradona: Ottavio Bianchi torna nella città partenopea per festeggiare i 30 anni dalla vittoria della Coppa Uefa dell’89; si commuove, dice di non seguire più il calcio dal di dentro ma poi, quando ne parla, quelle poche frasi che dice, regala ancora autentiche lezioni di vita. Inevitabile la curiosità di chiedergli qualcosa di attuale. Per esempio, sui tecnici italiani.
Giampiero Gasperini ha vissuto una stagione super con l’Atalanta e
ora è in pole per allenare la Roma.
“Gasperini si è meritato con
il lavoro e con la bravura tutto quello che ha ottenuto quest’anno. E’ giusto
considerarlo un ottimo tecnico. Non so dove allenerà in futuro, ma so che farà
bene”.
Sono settimane di panchine girevoli in Italia. Per esempio quella
della Juve, liberata dal divorzio con Allegri.
“Non conosco le
dinamiche del club bianconero, non ho rapporti, ma so che, evidentemente, un
allenatore che vince cinque scudetti consecutivi non è e non può essere messo in
discussione”.
Ci sono società come la Roma, ma in parte anche Inter e Milan, che
hanno vissuto una stagione travagliata: i problemi del club intrecciati con
quelli della squadra. Esiste una ricetta per squadra e club
perfetti?
“Non so se esiste, ma conosco la mia che è la più
semplice: una società con dirigenti di qualità, un allenatore bravo, una squadra
di buoni giocatori e un pubblico caldo e appassionato. Se tutto questo c’è, si
vince”.
Bianchi ha allenato Diego Armando Maradona, a cavallo degli anni 80,
vincendo tantissimo ma non senza problemi.
“Il problema non è
mai stato Maradona, che è un fuoriclasse. Credetemi, il problema vero è quando
devi allenare non Diego ma giocatori che credono di essere forti come Maradona.
E’ più difficile”.
Tutti cercano il segreto per diventare grandi allenatori di calcio.
“Oggi non tocca a me dirlo che sono fuori dal giro. Ma di una cosa sono sicuro: bisogna che il tecnico sappia fare gruppo. Ai miei tempi, con Napoli, Roma e poi nelle altre mie squadre, tutti pensavano fossi un duro, che avessi un brutto carattere; invece sapevo fare gruppo e il gruppo fa vincere”.
(Leggo – M. Lobasso)
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