Con l’antica modalità dell’avvertimento a mezzo stampa ieri all’assessore Berdini è arrivato un messaggio in verità abbastanza brutale: o ti allinei alle nostre posizioni, o sei fuori. Chiari (al netto delle smentite, pure queste contemplate nella modalità scelta per l’avvertimento) sia il mittente sia l’oggetto del messaggio.
Ed è facilmente intuibile che l’input lo abbia voluto dare la sindaca Raggi, dopo essersi confrontata con il vice Frongia e probabilmente anche con il presidente del Consiglio comunale De Vito e il capogruppo Ferrara.
E non bisogna essere perspicaci nemmeno per individuare nello stadio della Roma l’oggetto del messaggio, perché il dossier Tor di Valle, per importanza e delicatezza, per peso finanziario e politico, è il tema su cui la distanza di vedute e di posizioni tra Berdini e resto della Giunta è meno sopportabile, anzi ormai non più tollerabile.
Da ieri, con tutto il rispetto per il destino di Berdini, i proponenti del dossier Tor di Valle, che attendono di essere riconvocati in Campidoglio, sono più tranquilli: che l’assessore si adegui o getti la spugna, infatti, si è capito che all’interno della Giunta è passata la linea più morbida, quella che non vuole stravolgere il progetto in discussione alla Conferenza di servizi, togliendogli una torre di qua e un’infrastruttura di là, ma «solo» proporre ritocchi, che lo rendano più digeribile all’elettorato del M5S salvandone la pubblica utilità.
(Gazzetta dello Sport)
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