Bruno Peres, terzino destro della Roma, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport. Queste le sue dichiarazioni: “A volte me lo chiedo anche io. Sono il primo a sapere che ho ancora tanto da dare. Qui è più difficile, c’è più pressione. Spalletti mi sta aiutando molto e presto credo che tornerò il Bruno di Torino”.
Il campionato è chiuso?
No, ci sono ancora tante partite. E’ difficile ma non impossibile. Noi stiamo crescendo. A cosa rinuncio per un altro gol alla Juve? Non mangio churrasco per un anno. Non è una cosa così semplice per un brasiliano!
In Italia è stato allenato da Ventura e Spalletti.
Due grandissimi allenatori. Con Spalletti ho ancora tanto da fare e da imparare. Mi fa vedere tante cose, è sempre lì a farmi capire che non devo mollare. E’ un maestro di calcio.
Ci racconta il suo trasferimento alla Roma? E’ vero che poteva essere giallorosso anche nel 2015?
Confermo. Stavolta è nato tutto all’improvviso, non sapevo nulla. Bernardo, il mio procuratore, continuava a dirmi di allenarmi bene, che al momento giusto avrei saputo. E così, l’ultimo giorno del ritiro col Torino mi dice: ‘Stai attento che domani succede qualcosa’. Io vado a dormire e la mattina dopo mi trovo 50 chiamate perse sul cellulare. Mi sono messo anche paura. Mi sono detto, chi è morto? Lo chiamo e lui mi fa: ‘Vestiti e vai all’aeroporto, ti aspettano a Roma per firmare il contratto’. Non volevo crederci. C’era una promessa da parte del Torino. Dopo che ho rinnovato, il presidente Cairo mi disse: ‘Come abbiamo fatto con Darmian, ci comporteremo con te’. Ossia, se fosse arrivato qualcosa di buono per me, sarebbe stato preso in considerazione. Non sono io che ho chiesto di andarmene, è semplicemente arrivata questa opportunità. E’ chiaro che quando l’ho saputo sono stato felice. Al Torino sono stato benissimo, ringrazio tutti, ma la Roma era una possibilità di crescita professionale che non potevo lasciarmi sfuggire.
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