La parola finale la dirà probabilmente lui. Il leader «maximo» del MoVimento 5 Stelle, Beppe Grillo, lunedì in arrivo nella Capitale per mettere pace, ancora una volta, tra i grillini «capricciosi». E già perché il «caso stadio della Roma» rischia di essere quella miccia inattesa in grado di far deflagrare l’interno MoVimento. A mettere benzina sul fuoco ci ha pensato la deputata grillina Roberta Lombardi con un post su facebook che raccoglie i malesseri di una base sempre più confusa. No allo stadio, no alla «colata di cemento»: «Questo non è un progetto per la realizzazione di uno stadio, questo è un piano di speculazione immobiliare che una società statunitense vuole portare avanti ad ogni costo in deroga al nostro piano regolatore, nell’esclusivo interesse di fare profitto sulle nostre spalle. E noi non possiamo permetter lo». Una considerazione niente affatto gradita, al punto tale che poco dopo lo stesso Grillo sul suo blog mette la Lombardi sull’attenti: «Sullo stadio della Roma decidono la giunta e i consiglieri. I parlamentari pensino al loro lavoro». A buon intenditor poche parole. La «pasionaria» pentastellata però non ci sta e replica: «Le mie riflessioni sono le stesse espresse da Virginia Raggi sul blog di Grillo». Reazione «chic» per il sindaco: «Ha già risposto lei dicendo che ha le mie stesse perplessità, quindi va bene così». Non serve tuttavia a smorzare la “rivolta” dei grillini «duri e puri» e così ci pensa il responsabile tecnico del Tavolo Urbanistica del M5S, l’architetto Francesco Sanvitto a restituire il «pacco» a Grillo: «Se uno vale uno Grillo resti a Genova e si faccia i fatti suoi sullo Stadio della Roma. La Lombardi ha ragione, se il Campidoglio ratificherà il progetto così com’è io andrò alla magistratura e mi porrò un problema serio nel restare nel M5S e penso se lo porranno anche molti altri come me».
Tempo di scissioni insomma, in un momento in cui, secondo l’ultimo sondaggio di Index Research il Pd (tutto intero) torna primo partito al 29,2% mentre il Movimento in una sola settimana ha perso quasi un punto percentuale, fermandosi al 28,7%. A pesare la vicenda delle polizze Romeo, perla quale ieri, come annunciato, la Raggi ha presentato un esposto in procura, e soprattutto il «balletto» sullo Stadio della Roma. Un «balletto» di scena, tuttavia. La delibera di pubblico interesse non si può né revocare né annullare. Il Comune, trasmettendo il progetto in Regione, ha sancito la rispondenza del dossier alla delibera e, quindi, anche la validità di quest’ ultima. E se davvero il Comune a guida 5 Stelle vuole provare ad arrivare al taglio delle cubature, deve sbrigarsi. A oggi, mancano 13 giorni alla scadenza del mese di sospensione della Conferenza di Servizi. Di atti protocollati e ufficiali ce n’è uno solo: il parere “non favorevole” espresso dal Comune sul progetto giudicato “non idoneo” ma contenente una serie di prescrizioni. Entro il 3 marzo deve essere prodotto qualche atto nuovo oppure si andrà allo showdown solo su quel parere. La cui efficacia per bloccare l’opera è assai scarsa: di fatto quello del Comune è un parere favorevole con prescrizioni. E in questo modo potrebbe interpretarlo la Conferenza di Servizi, se dalla Regione decideranno di evitare un altro schiaffo dopo quello rimediato sul pubblico interesse e sulla richiesta di proroga. La situazione al momento, dopo l’incontro di martedì, è ancora in stallo. La Roma ha formalizzato una proposta. Ora tocca al Campidoglio fare la sua mossa. Se si raggiungesse l’accordo, a quel punto occorrerà un atto formale da portare in Conferenza. Che, solo su richiesta dei proponenti, potrebbe accordare un’ulteriore proroga. In altre parole, il Comune il suo unico jolly se l’è già giocato. Un «giallo» quello dello Stadio della Roma destinato tuttavia a risolversi, appunto, con l’arrivo di Grillo nella Capitale, e chissà magari si risolverà anche quello del rimpasto di giunta con un sostituto di Paolo Berdini. Intanto la Raggi si gode il sostegno di un centinaio di «supporter» arrivati ieri in piazza del Campidoglio. Lei, come promesso, è scesa in piazza e si è fatta immortalare con un cuore gigante in mano all’ingresso di Palazzo Senatorio. La chiosa la mette sempre Grillo con un tweet: «Virginia non sei sola». Scene già viste col predecessore Ignazio Marino.
(Il Tempo – F. Magliaro/S. Novelli)
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