James Pallotta

(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini/A. Catapano) Verrebbe da dirlo forte e chiaro:#IamSeanCox. Siamo tutti Sean Cox, il tifoso irlandese di 53 anni che credeva di andare a vedere una partita di calcio e invece si trova a giocare per la propria vita. La Roma si è mossa subito nei confronti della Uefa per dare subito ogni tipo di disponibilità. Sarebbe facile fare dietrologia, dicendo che il club giallorosso lo faccia per addolcire eventuali sanzioni. In realtà, James Pallotta da anni sta conducendo una battaglia contro gli ultrà violenti, cioè quei “fucking idiots” che avvelenano il “fuori campo” della Roma. Il senso del discorso di Pallotta è stato chiaro: rincrescimento per quanto è successo e massima collaborazione alle indagini. L’account twitter del club, poi, ha scritto: “Ora non è il momento per noi di parlare di calcio. Stiamo pregando per Sean Cox e la sua famiglia. Il suo recupero, e la sicurezza di tutti i fan che frequentano il calcio, è l’unica cosa che conta”.

In via ufficiale, però, la Roma non si muove. Tra l’altro, la dinamica degli eventi la porterebbe a supporre che al massimo, a livello di sanzioni, possa rischiare il divieto di trasferta e un’ammenda. Ma, triste dirlo, tutto potrebbe cambiare se Cox non ce la facesse. Allora, l’onda emotiva e il dislivello di forza tra la federazione inglese e quella italiana, in questo momento storico, potrebbe cambiare tutto. Ovvio che un altro tassello potrebbe essere rappresentato dal ritorno di mercoledì, dove sono attesi a Roma circa 3.500 tifosi inglesi e non è esclusa la voglia di vendette dell’una e dell’altra parte. La città comunque sarà militarizzata.

Sul fronte delle istituzioni, due interventi decisi. “Gli incidenti di Liverpool sono stati molto gravi – ha detto il presidente di Lega, Gaetano Miccichè –. Escludo che la Roma possa essere squalificata dall’Uefa e mi auguro che tutto rientri nella normalità”. Ancora più duro Giovanni Malagò, numero uno del Coni. “Quando si vuole fare un salto di qualità questo avviene sotto tanti punti di vista: tecnico, finanziario, ma anche di mentalità. E ci deve essere in tutte le componenti: dirigenza, allenatore, giocatori e tifosi. Puoi anche vincere la partita ma resti una squadra di provincia. E vale per chiunque. Queste persone screditano un’intera tifoseria. Questa serie di episodi antecedenti alla partita tra Liverpool e Roma sono inaccettabili. Il mio sdegno è assoluto. Preoccupato? No, molto arrabbiato. Se la Roma avesse pareggiato o vinto, tutto sarebbe stato fortemente infangato, inquinato da queste notizie. E smettiamola di definirle pochi delinquenti che non c’entrano col calcio. Dobbiamo andare oltre”. Proprio vero. Per questo è il momento che tutti possano dire davvero: #IamSeanCox.



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