Andrea Belotti

CALCIOMERCATO AS ROMA BELOTTI CAMARA – L’uno-due fallito a Torino per ‘colpa’ del salvataggio sulla linea di Milik, è riuscito ieri sul mercato. La Roma piazza un doppio colpo: Belotti più Camara. Come riferisce Il Messaggero, il centravanti arriva nella Capitale con una formula abbastanza singolare (dovuta ad una logica che si basa sull’equilibrio finanziario del club, in trattativa con la Uefa per il settlement agreement): contratto (da 2,8 milioni) sino al 2023 con opzione (legata alle presenze, dovrà collezionarne 21) sino al 2025.

Il centrocampista guineano (consigliato a Mourinho dal connazionale Pedro Martins, tecnico dell’Olympiacos) approda invece a Trigoria in prestito oneroso (1,2) più diritto di riscatto a favore della Roma (a 12). Nessun obbligo, quindi, a favore dei greci. Una vittoria su tutta la linea. Mourinho viene così accontentato. E il club, ancora una volta, si fa trovare pronto. Se lo scorso anno il ko di Spinazzola e l’addio di Dzeko avevano portato Viña e Abraham, stavolta l’infortunio di Wijnaldum regala l’arrivo di Camara. Il calciatore è atteso in città entro domani.

Chi invece è già sbarcato, ha sostenuto le visite mediche ed è stato ufficializzato è Belotti. Un’attesa, quella del Gallo, alla fine ripagata. A Trigoria non arriva un semplice vice Abraham. Basti pensare che dai tempi di Batistuta, la Roma non acquistava un calciatore che portasse in dote almeno un centinaio di gol in serie A. Gli ultimi due, nel 2000, furono appunto Batigol e Balbo. Nemmeno Dybala (98) c’è rientrato.

Proprio con Paulo, è andato in scena il primo abbraccio. I due, compagni inseparabili a Palermo, si sono ritrovati a Torino. Su sponde diverse che comunque non ha precluso ai due di frequentarsi con le rispettive compagne lontano da occhi indiscreti. Ora a Roma sarà più semplice. Belotti ha scelto la maglia numero 11: “Le ambizioni e la crescita del club sono sotto gli occhi di tutti e hanno esercitato in me un fascino incredibile. A questo punto della mia carriera voglio continuare a migliorarmi, giorno dopo giorno, e sono felice di poterlo fare con questa nuova maglia. Adesso non vedo l’ora di sentire l’inno allo stadio, davanti ai nostri tifosi”. Potrebbe già accadere domani.

Ieri l’attaccante ha preso parte alla seduta pomeridiana. Oggi, dopo un colloquio con Mourinho (che non parlerà nella consueta conferenza della vigilia), si deciderà se convocarlo o meno. L’Olimpico è pronto ad accoglierlo. Inevitabile l’attesa per il primo gol e conseguente esultanza, mimando un gallo. Gesto che nasce da un’amicizia: “La prima volta che ho esultato con la cresta è perché l’avevo promesso al mio amico Yuri Gallo”.

Ragazzo semplice, molto religioso (ha una croce tatuata dietro al collo) e legato alla famiglia. Come raccontò tanti anni fa, proprio ai tempi di Palermo, un giorno vide sua mamma, che all’epoca lavorava come stiratrice in un’azienda di camicie, “con delle occhiaie che le riempivano tutta la faccia. Temevo di offenderla ma alla fine gli dissi Mamma, da domani solo casa e famiglia'”. E così fu. Con il papà non gli riuscì: “Papà non lo convincerò mai. Quando faceva il muratore a Milano partiva alle 7 e tornava alle 7 di sera con le ginocchia rotte”. Uno stakanovista che si perse anche l’esordio in Nazionale di Andrea, visto che non riuscì a cambiare il turno nel nuovo lavoro in tipografia.

Come idolo da ragazzo, Belotti aveva Shevchenko ma gli sarebbe piaciuto “possedere la freddezza sotto porta di Mario Gomez, la facilità di smarcarsi di Torres, lo strapotere fisico di Drogba. Mi piace rubare qualche segreto ad Aguero”. Mou si accontenterebbe che continuasse a fare quello che gli riesce meglio: segnare. Lo aveva cercato anche un paio di anni fa quando allenava il Tottenham ma le richieste avanzate all’epoca dal Torino, avevano reso impossibile il trasferimento. Abile nel gioco aereo, nonostante non sia un colosso (181 centimetri), ambidestro, generoso, cattivo agonisticamente e pronto al sacrificio: uno così, in rosa, ci sta proprio bene. Sia per sostituire Abraham che per giocarci insieme. José sorride.



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