(Il Tempo – V. Conti) Una volta a Testaccio c’era il campo della Roma. Adesso è diventato il «campo dei rom». L’area che una volta veniva usata dai giocatori giallorossi, adesso si è trasformata in una discarica a cielo aperto: materassi, pentole e biciclette abbandonate. Qui adesso vivono senza fissa dimora e ubriachi. La rabbia dei residenti. «Ormai è terra di nessuno, proteste inascoltate»
È comparsa persino una oBike (bici a noleggio) nel Campo Testaccio, non-luogo emblema degli impianti sportivi dimenticati della Capitale. Testimonia il gioco da ragazzi per scavalcare il muro di cinta dell’ex glorioso stadio dell’As Roma, in centro storico, oggi ridotto a un rudere per fargli un complimento. Chiunque può accedervi. In barba a impegni istituzionali e sopralluoghi delle autorità preposte per trovare una soluzione al futuro di un pezzo di storia dello sport di questa città che a vederlo così piange il cuore. Basta la spinta di un ragazzino ad allentare i catenacci ai cancelli. Siamo sinceri. Nemmeno il secondo muro di Forgotten Project per mano dell’artista inglese Lucy McLauchlan, che ha dipinto un enorme murales astratto qualche giorno fa (con insieme il torneo di palleggi nell’area vicina all’ingresso del vialetto che porta alla biblioteca «Enzo Tortora», svoltosi nel corso dell’iniziativa), riesce a far passare in secondo piano lo schifo in cui è immerso, allargatosi a vista d’occhio negli ultimi mesi.
Nei container dell’immenso spazio ridotto a campo di erbaccia stracolmo di rifiuti non è un mistero che dilagano indisturbati rom e senza fissa dimora, specialmente dell’Est. Coperti da ombrelli a ripararsi di giorno dal sole cocente che batte sui rovi. Laddove ci è finita persino – chissà come e portata da chi – una palina Atac della fermata dell’autobus, sradicata, visibile da dietro le grate. I residenti del quartiere core de’ Roma non si danno pace. «Tutto abbandonato, ogni tanto qualche passaggio dei tecnici o chi per loro. Promesse, e oggi ancora così. Quella bici là dentro? Ne usano un paio quelli che si infiltrano nel campo, poi spariscono, poi ricompaiono. È terra loro», dicono. La sosta selvaggia delle auto blocca gli ingressi a tutte le ore. Sporgendosi dalle grate del cortile dell’attigua scuola media «Carlo Cattaneo», lo sguardo incrocia materassi di fortuna asserragliati a gabbiotti in preda alla disperazione, strumentazioni alla deriva. Sacchi, coperte, teloni, pentole, l’occorrente per la quotidianità. Poi cataste di rami secchi, manufatti vilipesi, tra scritte dei writers diventate praticamente indelebili e mattoni saltati; sudiciume su sudiciume. L’esterno della struttura, poi, si è letteralmente superato, con il marciapiede dove è un terno al lotto camminare in mezzo alle radici degli alberi sopraelevate e i sacchetti di immondizia a corredo. Hanno divelto persino il cartello informativo dove si riusciva ancora a leggere, pure se fra le righe, la storia del mitico campo, prima sede dell’Associazione Sportiva Roma.
La memoria storica cancellata in tutti i suoi dettagli. Piuttosto, in terra è rimasto l’ultimo striscione a brandelli dei tifosi romanisti contro Mario Balotelli. A due passi dal citofono depredato dai nomadi e della cassetta delle lettere trasformata in una specie di rottame. Gli ex magazzini del campo sportivo sono ancora occupati, girano presenze in tutta tranquillità perse nelle sterpaglie. Senza parlare delle aree letteralmente fuori controllo da troppo, a rischio sicurezza e igiene per gli stabili confinanti, accanto a reti staccate e ferraglia sparsa. E il bar di un tempo, senza più insegna, che proprio non si riconosce. L’impegno dell’amministrazione capitolina è che torni ad essere una struttura sportiva di nuovo dopo anni di abbandono. Per adesso è così come documentano le foto di fianco. «Lo trovo straordinario che l’assessore allo Sport del Comune Daniele Frongia, si metta a fare i murales su Campo Testaccio quando l’area è abbandonata e in preda ad ubriachi e senza fissa dimora», chiosa laconico Yuri Trombetti, ex assessore municipale testaccino doc, oggi delegato alla casa e all’emergenza abitativa Pd Roma. «Coinvolga subito il I Municipio, che ha preparato con le associazioni un progetto provvisorio di bonifica. Sono passati – conclude Trombetti – due anni di promesse non mantenute. Ora Testaccio dice basta»
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