Vincent Candela

ULTIME NOTIZIE AS ROMA CANDELAVincent Candela, ex calciatore della Roma, si è concesso per un’intervista a Il Messaggero. Tanti i temi trattati, dalla nazionale italiana ai trascorsi in giallorosso, passando per le valutazioni su Mourinho e sulla squadra che troverà.

Ci sono due immagini: Francia 98, dopo la sfida con l’Italia lei consola Di Biagio per il rigore sbagliato; Olanda-Belgio 2000, dopo la finale contro gli azzurri va a rincuorare Totti, Delvecchio e gli altri.
«Per forza, parliamo di amici. Era brutto vederli così, ma il calcio crea vincitori e vinti, il bello e il brutto. Dopo la finale ho scambiato la maglia con Maldini e mi sono trovato nello spogliatoio azzurro a chiacchierare con i miei amici. Avevo perso la cognizione del tempo e a un certo punto, mi pare proprio Totti, mi ha detto ok Vincent, ora basta: vai a festeggiare. Già, c’era da festeggiare, poi l’ho fatto, era inevitabile».

E’ arrivato in Italia che aveva 23 anni, ora ne ha quasi 47. Ha vissuto più qui che lì.
«Sì vero, oggi non mi sento né francese né italiano, sono un cittadino del mondo che ama Roma. I miei quattro figli sono nati a Trastevere, le mie origini sono in Francia».

Italia-Francia, per chi tifa?
«Non tifo. Io vinco comunque, come nel 2006. Prima del fischio d’inizio era pronto lo Champagne. Comunque».

Il 2000 è l’Europeo del cucchiaio di Totti.
«Guardai la partita contro l’Olanda, incredibile. Francesco ci aveva abituato a certi gesti, anche negli allenamenti con la Roma. Certo, farlo in una partita del genere, ai calci di rigore non è da tutti. Ma lui queste cose le fa per distinguersi. Non mi sorprese».

Veniamo alle cose nostre: Mourinho.
«Geniale. Geniale lui. Geniale il colpo della Roma. Ha vinto, è uno di personalità. La Roma con lui, quest’anno, sarebbe arrivata terza o seconda, per me il manico conta. Quindi, se arrivano tre o quattro calciatori forti, si può lottare per lo scudetto. Un po’ quello che accadde a Roma nel 2000. Il manico è importante, lo abbiamo visto quest’anno che siamo arrivati a metà classifica».

Chi serve?
«Portiere, terzino, ho paura che Spinazzola e Karsdorp fatichino in una difesa a quattro ma vediamo come vuole giocare Mou, poi centrocampista e un bomber da affiancare a Dzeko».

Belotti?
«Andrebbe bene».

Tra pochi giorni sono vent’anni dallo scudetto della Roma.
«Sì, vero. Ma non c’è da festeggiare. Sono troppi anni che non si vince, la Roma non merita di stare a secco per così tanto».

Questo però vi consente di rimanere eroi.
«Da una parte è vero, ma non è così, almeno per me. Se vince un altro io sono felice, non conosco l’invidia. La gente mi vuole bene per come sono, per quello che faccio ora, non perché ho vinto lo scudetto. E sarà così anche se dovesse vincere qualcun altro. Guardi la Francia, ha vinto l’ultimo Mondiale, ma la squadra precedente è rimasta nel mito, nei ricordi della gente. È ora di tornare a vincere. Con il gruppo del 2000-2001 stiamo organizzando un pranzo. Non per festeggiare, ma per ricordare. Per stare insieme. Poi se vinceranno altri, festeggeremo. Io con loro».



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