«Io non ci vengo». Ma come, Vincent Candela, «fratello» di Francesco Totti, protagonista dello scudetto 2001? Tutta Roma cerca un biglietto per l’ultima partita del Capitano, anche dai bagarini, e lei non viene? «Non vengo perché non è una festa. Quella vera la organizzerà Francesco, ma chissà quando. Se smette un campionissimo è un funerale per il calcio. E poi, visto come l’hanno trattato…».
Totti andrà via da Roma?
«Con un’altra maglia non lo vedo. Magari la Roma gli propone un altro anno da giocatore».
Perché Pallotta dovrebbe farlo?
«Perché chi è intelligente può cambiare idea».
Totti ha quasi 41 anni, quest’anno ha segnato due gol su rigore. Non è arrivato il momento di smettere?
«Quest’anno Francesco non ha giocato. Tre minuti qui, dieci lì. È ingiudicabile. Io dico che se giocava 20 partite, mezzora a partita, segnava 20 gol. Questo è un campionato in cui ci si salva a 30 punti! Sento parlare di record: è un campionato così scarso che i record li hanno fatti tutti».
Una volta i tifosi della Roma erano tutti con Totti, adesso sono divisi tra lui e Spalletti. Perché?
«Non lo chieda a me. Non so se quelli contro Francesco sono l’1% o il 70%. So che, per quello che Totti ha dato alla Roma in 25 anni, mi dà fastidio anche l’1%».
La maglia numero 10 va ritirata oppure no?
«Mai. Deve restare viva. Deve essere il sogno di ogni ragazzino. Sarà anche un bel banco di prova: chi ha il coraggio di prenderla, ha il carattere che serve per sfondare».
Le maglie restano e i giocatori passano, dice una legge degli ultrà…
«La maglia è sacra, ma chi c’è dentro la maglia fa la differenza. La numero 10 della Roma la conosce tutto il mondo per le giocate di Totti».
C’è chi lo ha rimproverato perché, dopo Roma-Juve, non è andato a salutare la curva insieme agli altri compagni di squadra…
«Aveva giocato due minuti, è stata una reazione umana».
Il pregio numero uno del Totti calciatore?
«La pazienza. Sa quanti assist ha fatto e sono stati sprecati? Anche da me. Non ha giocato con Neymar, Messi e Suarez. Eppure, anche dopo l’errore più grande, ha sempre dato fiducia al compagno e gli ha ripassato il pallone. Senza lamentarsi mai».
Lei ha dato l’addio al calcio con una partita con Totti, Zidane, Tommasi, Deschamps, Thuram… Francesco chi deve invitare?
«Per lui non basta una partita di calcio, quella l’ho fatta anch’io. Per Francesco serve qualcosa di più: una festa che dura due giorni tra il Colosseo e i Fori. Qualcosa che non si è mai visto al mondo».
E da grande cosa può fare?
«Lo vedo alla Zidane: si prende sei mesi liberi in cui studia e sperimenta. Poi decide. Con la sua esperienza di calcio può fare tutto».
Da Francesco a Di Francesco: è lui l’allenatore giusto per la Roma del prossimo campionato.
«Sicuro. Eusebio ha i valori umani giusti. Tutti possono insegnare una diagonale, pochi sanno convincere delle proprie idee e farsi amare».
(Corriere della Sera – L. Valdiserri)
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