Rassegna stampa
Cantiere Roma, l’attesa di De Rossi
CALCIOMERCATO AS ROMA DE ROSSI – In questi casi, le premesse sono d’obbligo. Oggi è il 2 luglio, ci sono ancora due mesi di mercato, il campionato inizia nel weekend del 17-18 agosto e come dimostrato dall’ex ds Sabatini se un club vuole, può comprare anche 9 calciatori in un giorno, come accadde al dirigente perugino nel 2004, scrive Il Messaggero.
Poi, però, c’è anche l’altra faccia della medaglia: la serie A è finita da 36 giorni, manca meno di una settimana all’inizio del ritiro, il primo dal via per De Rossi, da 48 ore hanno salutato definitivamente 8 calciatori (Spinazzola, Rui Patricio, Lukaku, Azmoun, Llorente, Sanches, Kristensen e Hujisen) e non può essere l’arrivo del baby Sangaré (classe 2005), destinato almeno inizialmente alla Primavera, o il riscatto di Angeliño, a cambiare gli umori della piazza. Che aspetta un segnale, un colpo o quantomeno un paio di nuovi acquisti per alimentare l’entusiasmo che i 38mila abbonati a scatola chiusa meriterebbero.
Nessuno quindi storcerà il naso a Trigoria se viene evidenziato come fosse probabilmente lecito attendersi qualcosa in più. Non vale nemmeno il giochino che cosa hanno fatto le altre, perché l’Inter ha già preso Zielinski, Taremi e Martinez, la Juve un certo Douglas Luiz (ed è a un passo da Thuram), l’Atalanta Godfrey, il Napoli si è rafforzato con l’arrivo in panchina di Conte, la Lazio è vicina al terzo acquisto all’alba di un nuovo progetto tecnico e il Milan, fermo al palo, viene comunque da quattro stagioni dove ha rifilato la bellezza di 59 punti ai giallorossi. Arco temporale dove la Roma ha chiuso mestamente e costantemente al sesto posto. Se l’obiettivo è il ritorno in Champions, bisogna fare meglio e di più delle rivali dirette. E magari in tempi più rapidi.
Ad attendere c’è anche De Rossi. Che con il suo sorriso dispensa serenità ma che non deve commettere l’errore del suo predecessore, ossia quello di diventare l’unico referente del club all’esterno. Mediatico e non solo. Daniele aspetta, consapevole che all’appello mancano – seconde linee incluse – una decina di calciatori: un portiere di riserva (che il club ha individuato in Bodart); un esterno titolare a destra e uno a sinistra (a meno che DDR non voglia promuovere Angeliño, arrivato a gennaio come la riserva di Spinazzola); almeno un centrale se in rosa resterà Kumbulla (gli agenti di Valentini del Boca continuano ad offrire il loro assistito); un centrocampista semi-titolare che possa alternarsi con i tre moschettieri Cristante-Paredes-Pellegrini della mediana (Ghisolfi è in pressing per Le Fee ma non vuole andare oltre i 18 milioni, bonus inclusi; piace molto anche Gabriel Sara del Norwich) e uno di riserva (se partirà Aouar); due esterni offensivi (almeno uno dei due titolare: il sogno è Chiesa, l’alternativa molto costosa Riquelme) e due centravanti (DDR stravede per Omorodion), partenza di Abraham permettendo.
A conti fatti, si tratta di 10 calciatori, con l’incognita Dybala (da ieri è scattata la clausola che permette a Paulo di liberarsi con appena 12 milioni) ad aleggiare sui cieli di Trigoria. Almeno ad oggi, non è arrivato nessuno. Si tratta, si monitora, si rilancia, ma l’unico sussulto dei tifosi, per ora, c’è stato ieri quando il club ha presentato la nuova tuta d’allenamento. Oltre al colore rosso e alcuni inserti in oro, tra cui il celebre lupetto di Gratton, la vistosa fascia celeste sotto una piccola banda bianca, è stata considerata a livello cromatico troppo ardita, ricordando non poco i colori della Lazio.
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