AS ROMA NEWS PELLEGINI – Non sta giocando ai suoi livelli ed è il primo a saperlo. Ma Pellegrini non è tipo da ammiccamenti sui social o da scuse davanti ai microfoni. Anzi, spesso per non trovare giustificazioni a qualche prestazione sottotono, rischia anche degli autogol, scrive Il Messaggero.
Come quando, dopo il ko con la Cremonese, quella che voleva essere un’assunzione di responsabilità («Problemi fisici? Dette cose non vere, ora sto bene») si è trasformato in un boomerang. Pellegrini non sta bene. Lo sa lui, lo sanno i compagni di squadra e ne è consapevole per primo Mourinho che non ne ha fatto mistero: «Non sta bene, andrebbe ringraziato…». Figuriamoci. Nel calcio non c’è memoria José, figurarsi la riconoscenza.
Il presente ha sempre la meglio su tutto. In questo Pellegrini ricorda un altro capitano storico della Roma: Giannini. Anche al Principe, amatissimo, non veniva però risparmiato nulla con la maggior parte dei tifosi pronta a difenderlo contro tutto e tutti ma con un’altra sempre abile a cercare e trovare il pelo nell’uovo. Più o meno quello che accade a Lorenzo.
Con una differenza sostanziale: all’epoca di Giuseppe, le casse di risonanza del malumore potevano essere soltanto lo stadio e le radio. Oggi c’è il mondo social che amplifica consenso e dissenso. E così, è già passato nel dimenticatoio l’Europeo di una vita (con l’Italia campione) perso per non dire di no a Fonseca in un derby o una stagione – quella dello scorso anno – che lo ha visto essere premiato come miglior giocatore della Conference League e chiudere l’annata con 14 reti e 8 assist.
I numeri restano ancora dalla sua parte, visto che in 26 partite stagionali ha segnato 5 gol e piazzato 8 assist (di fatto, un evento decisivo ogni due gare). Ma anche a Lecce, sabato scorso, Pellegrini ha giocato a corrente alterna, come del resto un po’ tutta la squadra. Sta recuperando una condizione accettabile dopo essersi dovuto praticamente fermare per un colpo alla schiena preso contro il Genoa, negli ottavi di Coppa Italia, lo scorso 12 gennaio. Botta che gli ha infiammato i muscoli della gamba destra, tanto da impedirgli di calciare in modo adeguato. Il Capitano ne sta uscendo a fatica, anche grazie all’aiuto di Maurizio Mafrica, l’osteopata che da un po’ di mesi lo segue personalmente per la cura dei dettagli articolari, delle posture e dei recuperi fisici.
Òra sta meglio, non al top ma certamente meglio. E domani a Salisburgo partirà nuovamente titolare. Mourinho non ci rinuncia. Come non ci rinunciavano, prima di lui, né Fonseca tantomeno Di Francesco: 37, 33, 34, 47 e 41 sono le presenze stagionali negli ultimi 5 anni di Lorenzo. A dimostrazione che cambiano gli allenatori ma il capitano gioca sempre. Prossimo step? Per uno orgoglioso come lui, trasformare quei pochi fischi rimediati nel momento della sostituzione contro l’Empoli in applausi. Ad archiviarli, ci ha già pensato da tempo Mourinho: «Se lo fischiano in 30 o 50 su 60mila non è un problema, io so i sacrifici che fa per giocare». Chiaro, no?
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