Josè Mourinho

AS ROMA NEWS MOURINHOMourinho genera soldi per il club ed entusiasmo tra i tifosi, ma il suo effetto è positivamente devastante anche in campo. E la squadra è tutta con lui, dal primo all’ultimo giocatore. Basti guardare dopo il Lecce l’abbraccio con Lukaku e il bacio del tecnico ad Aouar. Non c’è giocatore che non penda dalle sue labbra, sia nei momenti esaltanti che in quelli di più sofferenza, scrive il Corriere dello Sport.

Merito del tecnico che anche qui alla Roma ha saputo ben distribuire le situazioni da “bastone e carota”, specialmente in questo avvio di stagione di difficoltà tra infortuni, prestazioni e rendimento. Dopo il ko col Genova ha saputo dare maggiore equilibrio alla squadra, guidandola passo dopo passo nel momento negativo e rialzandola con delicatezza e qualche certezza in più. Sempre attento agli allenamenti, dalla parte atletica a quella tattica, sempre alla ricerca di nuove strategie per migliorare le fasi di gioco («Nel periodo di difficoltà mi sono isolato per trovare soluzioni», aveva detto) Mou non ha mai dubitato dei suoi e i risultati sono arrivati.  

La Roma ha il terzo miglior attacco del campionato e adesso è riuscita anche a fermare l’emorragia di gol subiti: appena tre nelle ultime sette gare tra campionato e coppa. Il tutto senza il suo miglior difensore, Chris Smalling che da oltre due mesi non si vede più in campo. Per un mese senza quel Paulo Dybala che domenica sera contro il Lecce ha fatto nuovamente la differenza grazie alla sua qualità e le sue imbucate che hanno propiziato il gol di Lukaku allo scadere. Quella differenza che ha fatto anche la scelta di Mourinho sulle sostituzioni, ancora una volta.

Dentro Zalewski e Azmoun dopo il gol subito dai salentini, ecco arrivare il pareggio con l’assist di Zalewski e il gol di Azmoun. Fortuna? Sì, se non fosse il sesto gol stagionale dopo quelli di Aouar, Spinazzola, Belotti, Pellegrini ed El Shaarawy arrivato grazie alle sostituzioni. Azzeccate quindi le decisioni su chi inserire in campo, ma anche su quei giocatori da non togliere. Perché al rientro da un mese di infortunio il tecnico avrebbe potuto sostituire Dybala dopo 60-70 minuti per evitare ricadute o affaticamenti, ma anche togliere quel Romelu Lukaku che, diciamo la verità, fino agli ultimi minuti di partita non aveva certo reso come nelle precedenti uscite. Rigore sbagliato, pochi palloni recuperati e giocati in avanti per una serata non positiva. Fino al 93’. L’effetto Mourinho. Quello di crederci fino alla fine, di non mollare fino all’ultimo. 



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