Dan e Ryan Friedkin

AS ROMA NEWS MILAN FRIEDKIN CARDINALE – Non peserà quanto la Champions, ma sollevare un trofeo richiede sempre una certa fatica. Milan e Roma hanno superato i primi ostacoli e sono entrate a far parte delle otto grandi d’Europa League: andare avanti sarà sempre più dura. Dall’urna di Nyon è uscito un inedito derby italiano di coppa (per la prima volta rossoneri e giallorossi avversari fuori dai confini) che poi è anche un derby d’America, scrive La Gazzetta dello Sport.

Ancora Gerry Cardinale contro i Friedkin. Entrambi cercano la strada che porta a Dublino, sede della finalissima: Cardinale ha conosciuto il successo nel maggio 2022, quando in piazza Duomo festeggiava lo scudetto rossonero (il passaggio di proprietà doveva ancora concretizzarsi); i Friedkin hanno esposto in bacheca una Conference mentre in Europa League aspettano la rivincita: l’anno scorso giallorossi sconfitti ai rigori dal Siviglia – abbonata alla vittoria nel torneo – scatenando l’ira di Mourinho, altro film già visto.

Non brilla come la Champions, per fascino e soprattutto ricchezza, ma la luce dell’Europa League arriva comunque anche negli States. Qui i tifosi si appassionano alla Premier e meno alla Serie A: perché Milan e Roma si facciano spazio nel mondo devono inevitabilmente passare dall’Europa. Nel progetto di espansione globale delle due proprietà certe partite internazionali hanno molto più peso del campionato: garantiscono più visibilità, e la visibilità garantisce appeal e incassi. Le basi del business. La vittoria del trofeo porterebbe inoltre in cassa circa 40 milioni: si considerano nella somma complessiva tutti i premi Uefa, bonus risultati e passaggi del turno, oltre alla quota destinata al vincitore. E ancora market pool e ipotetici ricavi da stadio.

Da quando ci sono i Friedkin, la Roma in Europa ha preso a volare. Prima la semifinale di Europa League con Fonseca, quindi le due finali consecutive con Mourinho, quella vinta a Tirana in Conference e quella persa a Budapest con il Siviglia. Arrivare ancora una volta in fondo, semifinale o finale che sia, consoliderebbe l’immagine internazionale del club, proprio in una fase in cui Dan Firedkin è molto attivo nell’Eca (dove fino a poco tempo fa sedeva anche l’attuale Ceo Lina Souloukou).

Insomma, la Roma ha bisogno di andare avanti anche per questo, per cercare di aumentare visibilità e – conseguentemente – anche introiti. Da quando ha preso la Roma, infatti, Friedkin ha investito quasi 900 milioni: erano 858 lo scorso mese di febbraio (i 199 spesi nell’agosto 2020 per l’acquisto del club, i 37 per il delisting e i 622 milioni per il working capital), ma il club «brucia» in media tra i 15 e i 20 milioni al mese.

Ecco anche perché in tanti pensano che la società possa essere ceduta nei prossimi mesi, magari ad un fondo arabo e dopo aver ottenuto l’okay definitivo allo stadio di Pietralata. Ma recentemente anche Souloukou ha smentito qualsiasi pensiero di cessione, i Friedkin vogliono restare al timone della società giallorossa. Se poi dovesse arrivare un’altra favola europea sarebbe anche più bello. E forse pure più facile.



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