James Pallotta

AS ROMA NEWS PLUVALENZE FITTIZIE PALLOTTA – La bomba è deflagrata. Se ad unire i romanisti nell’ultimo biennio è stata la figura di José Mourinho, l’indagine aperta dalla Procura capitolina sulle operazioni concluse dalla Roma rischia di dividere la piazza, scrive il Corriere della Sera.

L’incredulità delle ore immediatamente successive alla notizia delle perquisizioni eseguite mercoledì dalla Guardia di Finanza negli uffici di Trigoria e di viale Tolstoj – durate fino a tarda serata – ha lasciato presto il posto alla frustrazione e al timore per le eventuali conseguenze del lavoro dei procuratori Calabretta e Ceraso.

Ad essere finite nella lente d’ingrandimento di piazzale Clodio sono le operazioni concluse durante l’era-Pallotta, una notizia che ha spinto decine di tifosi ad insorgere – su radio e social network – contro l’ex presidente e il suo management. «Pensavamo di essercene liberati, invece la Roma continua a pagare la peggior gestione della storia» si lamenta un tifoso alla radio, mentre su Twitter e Facebook sono centinaia i messaggi rabbiosi rivolti all’ex numero uno (bersagliato anche Fienga). Il bostoniano ha provato a gettare acqua sul fuoco: «Non c’è stato nulla di sbagliato. Non c’è mai stato un problema nelle nostre operazioni di mercato».

Ad essere finiti nel registro degli indagati, però, sono anche Dan e Ryan Friedkin e l’attuale Ceo, Pietro Berardi. I texani, subentrati nell’estate 2020 a Pallotta, «pagano» l’approvazione del primo bilancio (in cui rientra anche l’operazione Kumbulla, progettata dalla vecchia dirigenza), avvenuta ad un mese dal loro insediamento.

Dunque una sorta di «responsabilità oggettiva» che, a fronte di una situazione che nessuno si sarebbe voluto ritrovare a vivere, lascia tranquilla l’attuale proprietà. Non è un caso se, nel breve comunicato diffuso, il club auspica che sia fatta chiarezza nel minor tempo possibile. Nonostante questo però, più di qualcuno si domanda come sia stato possibile per gli advisor di Dan e Ryan Friedkin, non accorgersi di eventuali irregolarità o incongruenze nei conti della società durante la fase di «due diligence».

A infastidire i tifosi è l’idea che nella Roma ci sia stato qualcuno che possa aver messo in atto comportamenti che nulla hanno a che vedere con la storia giallorossa. «Se abbiamo sbagliato è giusto pagare» sembra essere il mantra di molti romanisti che, da quasi due giorni, aspettano di capire quali conseguenze potrebbe subire la società nel caso in cui gli inquirenti dovessero accertare le ipotesi di reato, che sono «false comunicazioni sociali e dichiarazioni fraudolente mediante falsa fatturazione».



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