Antonio Cassano e Francesco Totti

Antonio Cassano, ex attaccante della Roma e svincolato dallo scorso gennaio dopo aver rescisso il contratto che lo legava alla Sampdoria, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui parla anche della Roma. Queste le sue parole:

Chi le è stato vicino del mondo del calcio da quando è svincolato?
«Cinque persone e basta. Ci tengo a nominarle: Piero Ausilio. Sono ancora pazzo per l’Inter e ci sentiamo un giorno sì e uno no. Se Pioli non dovesse essere confermato gli ho detto di puntare su Guardiola o Spalletti».

Cosa pensa del campionato italiano?
«La Juve continuerà a vincere: sono bravi e anche forti di testa. Ma il livello si è abbassato. A fine anni Novanta c’erano le sette sorelle. La settima, la Fiorentina, aveva in attacco Rui Costa, Edmundo e Batistuta. Ecco perché posso continuare a giocare a lungo e fare la differenza e non è giunto il momento di smettere».

Che cosa consiglia al suo amico Totti?
«Di non mollare. Vale ancora 10-12 gol a campionato. Ma quando si gioca poco è dura per tutti fare bene. Io e lui siamo gli ultimi eroi di una certa generazione di attaccanti. E’ stato il mio miglior partner d’attacco».

Lei è stato più volte vicino alla Juve.
«Ho detto quattro volte no alla Juve e non mi pento. La prima quando ero al Bari e scelsi la Roma, due volte con Secco d.s. e infine Marotta: ci ha provato anche lui».

Consideri le squadre in cui ha giocato fino ad oggi in carriera, Nazionale compresa, e scelga la sua top 11 dei sogni.
«Ecco qui, nessun problema: ce l’ho nella testa da tanti anni. Partiamo dal modulo: è un po’ particolare, scelgo il 4-2-2-2. Perché io sono per giocare all’attacco, sempre. Allora tengo presente anche la Nazionale e in porta ci metto Gigi Buffon, un monumento, il più grande di tutti i tempi. Solo il tedesco Neuer può impensierirlo. Si gioca a quattro in difesa e a destra il mio giocatore ideale è il pendolino Cafu, su e giù per la fascia, senza fermarsi mai. In difesa come centrali scelgo Sergio Ramos e Nesta e in questo modo non si passa. Sandro era molto bravo ma un pizzico inferiore a Paolo Maldini, il mio vero incubo prima delle partite. Avrei voluto giocare con lui. A sinistra, come terzino, ci piazzo Roberto Carlos: devastante».

Il centrocampo?
«Molto offensivo e di qualità davvero assoluta. Pirlo e Guti in mezzo. Pirlo è il genio, Guti ha dato molto meno di quello che poteva, come me. Però fidatevi del mio giudizio, lo conosco bene, era un vero fuoriclasse e aveva piedi per vincere almeno due volte il Pallone d’oro. Davanti a Pirlo e Guti ci metto altri due mostri del calcio: Zidane e Totti: e bisogna soltanto immaginare la palla che viaggia da sola per gli attaccanti.

Già, e le punte?
«Una coppia formata da me e il Fenomeno, ovvio. Anche Ronaldo, come me, non aveva tanta voglia di lavorare però era talmente forte che gli bastava davvero poco per fare la differenza in campo».

A chi affida la panchina di questa super squadra? A Capello?
«No, quella è la risposta che potrebbe venire spontanea. Io ho avuto tanti tecnici ma scelgo Prandelli: tatticamente è veramente un mostro».



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