ULTIME NOTIZIE SERIE A RIAPERTURA STADI – Il primo obiettivo è stato raggiunto: gli stadi riapriranno già dalla prima giornata con una capienza del 50%, ovviamente in zona bianca e con obbligo di green pass per il pubblico, scrive La Gazzetta dello Sport.

Quella che era la vera urgenza per Figc e Lega è stata dunque compresa dal Governo che ieri ha deciso di andare incontro alle esigenze del calcio italiano togliendo il vincolo del metro di distanziamento per gli impianti all’aperto ed aumentando pure il limite massimo in quelli al chiuso. Un risultato frutto di un lungo lavoro, fatto di grida d’allarme e mediazione, di dialettica istituzionale e diplomazia. Un risultato che soddisfa il presidente Gravina, che su questo obiettivo aveva puntato con decisione una volta compreso che oggi, vista pure la curva dei contagi, non si sarebbe potuti arrivare alla riapertura totale degli impianti.

Un risultato arrivato anche grazie all’impegno del Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali, a cui di fatto il Governo ha lasciato la responsabilità di decidere come strutturare il distanziamento degli impianti. Un risultato che al momento accontenta anche i club, che possono finalmente far partire la vendita dei biglietti di un campionato che partirà tra appena due settimane.

Se oggi il calcio può tirare un mezzo sospiro di sollievo è merito pure del grande lavoro di Gabriele Gravina. Sugli stadi il presidente della Figc, affiancato da quello della Lega di A Paolo Dal Pino, aveva da tempo avviato contatti con le istituzioni per far comprendere quanto mantenere la capienza al 25-30% fosse pericoloso per i club, anche quelli di Serie A, che del resto erano stati i primi a lanciare l’allarme reclamando la riapertura al 100%.

Contatti che sono culminati nella lettera che venerdì scorso Gravina ha inviato a Palazzo Chigi e ad alcuni ministeri chiave come quello della Salute, il Mise e il Mef, oltre ovviamente al Dipartimento per lo Sport. Nella lettera comparivano una serie di urgenze per “impedire che la crisi del calcio professionistico obblighi i club al blocco dell’attività“. Un messaggio da “ora o mai più” in cui, accanto alla richiesta di alcuni interventi in sostegno delle società professionistiche (come sgravi fiscali o sospensione del divieto di sponsorizzazione con aziende di betting), si evidenziava come prima necessità proprio la riapertura degli stadi e si suggeriva di “prendere in considerazione il concetto di sedute alternate a scacchiera in luogo della distanza interpersonale di un metro” a fronte dell’obbligo di green pass.

Ieri, una volta avuta la conferma del fatto che il Governo avesse pienamente compreso e accolto le sue istanze, ha dichiarato: «La decisione adottata dal Consiglio dei Ministri sulle nuove modalità di apertura al pubblico degli stadi rappresenta un importante e concreto segnale di fiducia verso il mondo del calcio», ringraziando il Governo, in particolare Draghi, Speranza e la Vezzali.

Adesso si può davvero ripartire, ma la speranza è vedere presto ancora più tifosi in tribuna. Pd e M5S hanno presentato due emendamenti in cui chiedevano l’apertura al 75%: li porteranno avanti anche alla luce di questo 50%. Molto dipenderà poi dal numero di vaccinati con doppia dose (oggi il 62,42% della popolazione over 12): quando saremo intorno al 70-75%, se i contagi lo permetteranno, le limitazioni potrebbero cambiare ancora.



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