Il percorso rimane lo stesso, anche se a Trigoria sperava nodi non dover dare continuità anche al livello delle difficoltà. Il calendario romanista invece dovrà allungare il passo di fronte alla doppia sfida europea con il Lione, uno degli avversari di prima fascia che i giallorossi avrebbero preferito evitare in un momento così delicato della stagione. L’andata degli ottavi di Europa League in programma il 9 marzo in Francia si incastrerà invece nell’ultima casella di un duro tragitto: si partirà domani sera dalla trasferta a San Siro con l’Inter passando poi tra il primo derby di Coppa Italia e la sfida «Champions» dell’Olimpico con il Napoli. Appena 5 giorni dopo la truppa romanista volerà a Lione (il 16 marzo si giocherà il ritorno nella capitale) per cercare di confermare fiducia europea conquistata dopo il passaggio del turno col Villarreal. Per questo Luciano Spalletti, consapevole della possibilità di pescare una delle carte peggiori del mazzo, ha anticipato i tempi di preparazione, sfruttando la formalità del ritorno dei sedicesimi di finale di giovedì scorso all’Olimpico. L’ampio turn over è servito infatti ad aumentare il minutaggio delle «riserve» e allo stesso tempo risultato necessario per proseguire la tabella di marcia nell’allenamento dei titolari. Una metodologia studiata per qualsiasi evenienza, come quella di dover affrontare la seconda formazione più temuta della competizione dopo il Manchester United. Il tecnico infatti preferisce non nascondersi, scherzando anche sull’occhio attento della dea bendata: «L’urna è stata coerente, perché con noi è sempre molto attenta. Sicuramente è un sorteggio difficile, ma siamo felici di accettare questo alto livello di confronto. Queste gare arriveranno in un periodo concentrato di tante sfide complicate, per cui ci sarà da stare svegli. Il Lione è una squadra che ha giocatori forti, qualità individuali, tecnica in velocità, non danno mai riferimenti. Lacazette e Tolisso sono giocatori di primo piano come ne abbiamo noi. Dobbiamo essere la Roma».

Al momento del sorteggio infatti, in molti a Trigoria hanno espresso il proprio disappunto. Da Nainggolan fino a Dzeko, che preferisce però mantenere alla pari le regole di ingaggio: «Non abbiamo preso una squadra facile, ma sicuramente poteva andarci anche peggio. Loro sono tra i favoriti per la vittoria finale, hanno un’ottima tradizione in campo europeo. Adesso però non dobbiamo pensarci su». Sarà sicuramente un ritorno al passato per De Rossi, Totti e Spalletti, che esattamente dieci anni fa toccava uno dei vertici più alti della prima avventura romanista grazie alla vittoria alla vecchia Gerland (adesso il Lione gioca nel nuovo impianto di proprietà da 60.000 posti) che permise ai giallorossi di approdare ai quarti di finale di Champions. Al posto di Abidal e Malouda questa volta la Roma si troverà di fronte la stella Lacazette e ad una fucina di giovani talenti come Cornet, Fekir e Tolisso. Occhi puntati a centrocampo su Gonalons (obiettivo a lungo seguito dal Napoli) e una vecchia conoscenza in difesa come l’ ex romanista Yanga Mbiwa, affiancato dall’argentino Mammana, finito in passato nella lista di mercato di Walter Sabatini. Il giallorosso Grenier, non essendo in lista Uefa, non potrà invece partecipare alla sua sfida da ex. Idem vale per Depay, innesto dei francesi a gennaio. Il Lione è attualmente quarto in Ligue 1, il cambio di marcia è arrivato anche grazie al tecnico dei francesi Genesio, che dei giallorossi non si fida: «Sorteggio duro, avrei preferito non incontrarli».

(Il Tempo – A. Serafini)



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