Paulo Fonseca

NOTIZIE AS ROMA FONSECA – Da quel 25 giugno di acqua sotto i ponti ne è già passata molta. Perché Roma è fatta così: ti coccola, ti abbraccia forte, ma a volte ti stritola anche, arrivando a toglierti il fiato dalla fatica. Ed allora bisogna avere carattere, personalità, come dice Nainggolan anche “palle” per reggere la pressione.

“Ma chi non se la sente di reggerla, si prenda un pezzo di terra e vada a coltivare patate”. Ecco, il pensiero di Fonseca parte da qui, dalla sue parole che mostrano la consapevolezza maturata in questi cento giorni di lavoro di un ambiente bello e insieme complicato. Ma non certo peggiore di tanti altri. Anzi. Da quel 25 giugno in cui ha diretto il suo primo allenamento a Trigoria fino a Roma-Cagliari di domenica scorsa sono passati esattamente 103 giorni

Fonseca ha subito conquistato un po’ tutti. Ai giocatori piace per quello che gli propone, perché parla sempre molto con tutti e perché non ha doppie facce. Il portoghese ha i suoi intoccabili (Dzeko, Kolarov, Cristante, Smalling e Pellegrini), ha rilanciato Kluivert e sta provando a recuperare Pastore, facendo nel contempo maturare giovani come Zaniolo e Mancini.

L’approccio al calcio italiano era stato il solito, quello legato al suo Dna. Un calcio offensivo, con difesa alta, terzini quasi come fossero delle ali aggiunte. Poi quel 3-3 iniziale in casa con il Genoa gli ha fatto capire che bisognava aggiustare qualcosa. Così è nata l’idea anche della difesa a tre (proprio contro l’Atalanta), ma soprattutto la ricerca di un maggior equilibrio.

Come? Soprattutto facendo spingere un solo terzino e tenendo bloccato l’altro. Nel frattempo il portoghese ha imparato anche ad apprezzare Roma. Gli piacciono i cavalli e le musica, ha il culto del bello. E forse è anche per questo che ha deciso di abitare in una zona quasi centrale, a ridosso di Villa Pamphili. 

Il tifo giallorosso ha imparato a volergli bene da subito e Fonseca ha sempre ricambiato, anche pubblicamente. In una città che in questo momento si sente vessata la reazione del portoghese con il Cagliari non ha fatto altro che far crescere l’affetto e la stima in lui dei tifosi. Con quella scenata salterà due partite (anche se spera sempre in una riduzione), ma si è conquistato definitivamente il cuore della gente.

(Gazzetta dello Sport)



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