Nicolò Zaniolo

A seconda di chi siamo, l’Europa può essere un’espressione geografica, un luogo dell’anima, un filo rosso che collega il passato al futuro. Sarà per questo che Nicolò Zaniolo, in fondo, fin dall’inizio ha avuto addosso stimmate che lo trasportavano al di là dei confini italiani, scrive La Gazzetta dello Sport.

Basti pensare che la sua epifania calcistica è avvenuta in Champions League e nel segno del 19. Diciannove come gli anni che aveva sulla pelle e diciannove come il giorno di settembre (del 2018) in cui fu scelto il Santiago Bernabeu come luogo di “vernissage” delle sue ambizioni. Dal Real Madrid di quella notte al Vitesse di domani passano 1281 giorni, un fiume di lacrime in cui annegare i dolori per i due infortuni alle ginocchia e un oceano di ambizioni ben lungi dall’essere colmato dai complimenti che tutto il mondo del calcio gli ha riservato fin dall’esordio. In Olanda, però, sarà lecito guardarsi indietro, perché Nicolò arriverà a cento partite nella Roma.

Potevano essere quasi il doppio se il destino non lo avesse fermato ai box per oltre un anno, ma Zaniolo è ragazzo che ama vedere più il bicchiere mezzo pieno di chi ha a cuore l’avvenire che le malinconie. Le cifre qui accanto raccontano come, pur essendosi caricato sulle spalle fin da giovanissimo la “fame” di una piazza esigente come quella giallorossa, l’attaccante abbia voluto incidere in una squadra spesso in cerca d’autore. Nel giro di poche stagioni è stato guidato in panchina da Di Francesco – che lo ha lanciato con coraggio e lungimiranza – Ranieri, Fonseca e adesso Mourinho.

Alcuni ragazzi si sarebbero persi, Nicolò invece ne ha approfittato per rafforzarsi e diventare grande, togliendosi di dosso anche le ruggini degli infortuni. Per questo lo Special One, usando bastone e carota, stravede per le potenzialità di Zaniolo, che considera degno di stare nel pantheon dei fuoriclasse emergenti in cui brillano Mbappé e Haaland. In fondo, anche la sfida di domani contro il Vitesse è una sorta di rito di passaggio per una Roma che ha dichiaratamente l’obiettivo della vittoria finale. Per farlo, però, c’è bisogno anche di uno Zaniolo in versione deluxe. Con queste premesse, si capisce bene come il ragazzo sia inseguito da sponsor di tutti i generi che lo vogliono come testimonial.

Dalle ditta di telefonia a quelle di abbigliamento, fino alla nuova frontiera dei “token” e del denaro virtuale, in cui ci sono aziende che credono come Nicolò possa essere il veicolo giusto per entrare nei cuori e nei portafogli di tutti. E a proposito di soldi, parlare di Zaniolo significa evocare il suo contratto ancora da rinnovare. La dirigenza giallorossa ha più volte ribadito la volontà di volerglielo fare, portando il suo ingaggio (almeno) dai circa 2,2 milioni attuali (bonus compresi), a circa 3,5 milioni più premi da modulare nel modo migliore.

La volontà del ragazzo c’è tutta, ma naturalmente sa che, qualora la Roma decidesse in altro modo da qui a fine stagione, sono tanti i club che sarebbero interessati ad acquistarlo, a cominciare da quella Juventus che gli strizza l’occhio da anni. I “like” messi da Nicolò sui social di qualche bianconero, se non sono indice di trattativa, di sicuro appaiono segni di un feeling che a volte anche la Nazionale ha contribuito a cementare. A proposito, c’è un Mondiale da conquistare. E se Mou punta su Zaniolo, anche il c.t. Mancini non vede l’ora di poter tornare a utilizzarlo.



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