Nozze d’argento tra Totti e la Roma, festeggiate sullo sfondo dei tre punti conquistati a Udine. «Un’emozione bellissima e una vittoria importante, Daje!», si lascia andare il numero dieci, che al quindicesimo del secondo tempo ha mosso un altro passetto nella storia della Roma. Si gode il primato, Totti, sfoggia cinismo Strootman: l’olandese è stato uno dei migliori in campo, insieme a quel Nainggolan a cui ha fatto l’assist del gol-vittoria. «Anche questa settimana abbiamo vinto per 1-0 – spiega il centrocampista – e potevamo segnare di più, ma quello che conta è il successo e noi dobbiamo vincere le nostre partite. Siamo un po’ più solidi e questo è importante soprattutto in trasferta. In casa possiamo giocare bene per i tifosi, ma fuori devi solo prendere i punti». Se Strootman ha retto gli equilibri della squadra, ancora una volta si è mostrato decisivo tra i pali Szczesny. «È in un grande momento di forma, ha fatto una parata che era quasi come un gol. Dà tanta fiducia alla squadra e siamo contenti di averlo». Il polacco sa di avere il sostegno dei compagni: ringrazia, ma non può promettere di restare a fine stagione. «Non lo so davvero, il mio futuro è in mano a Wenger – ribadisce – ma se dico così, non rispondendo con un no secco, vuol dire che una possibilità c’è. Cosa voglio io? Non mi sbilancio, non spetta a me dirlo. Non è un problema di offerta da parte della Roma, potrebbe pure offrire cento milioni, ma se l’Arsenal dice di no, non si può fare niente ».
In attesa quindi di capire quale sarà il destino della porta giallorossa – con Alisson ad aspettare il suo momento – Spalletti si gode la vittoria di Udine, tornando anche sul mercato di riparazione. «Siamo stati tosti anche oggi, come a Genova – l’analisi del tecnico – sotto l’aspetto della mentalità abbiamo fatto passi in avanti. Ad essere pignoli, c’è solo quel momento nel secondo tempo, dove ho poi inserito Totti, dove si poteva gestire meglio la palla, senza concedere a loro delle ripartenze. Potevamo gestire meglio il fraseggio senza lasciargli tutti quei palloni. Dzeko? A me sta bene così. Ogni tanto è un giocatore molle, continua a coccolarsi quando fa due gol, invece ne poteva fare quattro. È un giocatore non cattivo che tende ad accontentarsi ». E sulle preoccupazioni del mercato. «Il problema sarà a febbraio quando ci saranno quei 40 giorni con 12 partite. Lì se non hai il numero di giocatori, non ne esci. Puoi essere bravo quanto ti pare, ma se non hai un numero esatto, non va bene». «Serve un rinforzo, ovviamente – la risposta di Baldissoni – se ci sono opportunità di migliorare la squadra, le coglieremo. Manolas? Nessuno è venuto a chiedercelo, non siamo contenti di liberarci dei giocatori forti, ma conta anche la loro volontà». Se ne riparlerà al termine della stagione. Adesso arriva la Coppa Italia – giovedì contro la Sampdoria – e poi di nuovo il campionato – domenica col Cagliari.
(La Repubblica – F. Ferrazza)
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