(Il Messaggero – B. Saccà) Come una grande cometa, volando nel buio la Champions League è appena scomparsa almeno ai nostri occhi. Oggi, però, a mezzogiorno concederà all’improvviso una coda luccicante. Rotolata in letargo la fase a gironi, questa mattina nella freddissima tranquillità svizzera di Nyon si sorteggeranno gli abbinamenti degli ottavi di finale. A rappresentare la Serie A saranno la Roma e la Juventus campione d’Italia e vice campione d’Europa. Ma, siccome i destini del pallone li scompiglia sempre qualche sceneggiatore geniale, i ruoli delle nostre squadre saranno capovolti per lo più rispetto ai pronostici compilati con cura alla fine di agosto. Così la Roma decollerà dall’urna delle teste di serie, invece alla Juve sarà assegnata soltanto la seconda fascia. Se immaginate che da un quadro del genere dipenda la forza delle possibili avversarie dei nostri club, siete ampiamente fuori strada. E le vedremo, le ragioni. D’altra parte è appena il caso di ricordare che da un lato i bianconeri sono arrivati secondi nel girone alle spalle del Barcellona, ricadendo perfettamente nel campo delle ipotesi estive; viceversa dall’altro la Roma si è esibita in un capolavoro impensabile, chiudendo da capolista un gruppo che abbracciava anche il Chelsea re d’Inghilterra e l’Atletico Madrid (e il Qarabag). Che Eusebio Di Francesco abbia compiuto un’impresa mostruosa non sembra neppure ci sia bisogno di annotarlo. È invece utile conosce le strade che potranno percorrere in Champions a febbraio e a marzo le nostre squadre.

LA PARTICOLARITÀ – Il panorama è molto nitido. Dunque. La Roma potrà affrontare il Basilea (magari), il Siviglia, lo Shakhtar Donetsk, il Porto, il Real Madrid campione in carica (magari no) oppure il Bayern Monaco (magari no, e due). Al contrario la Juventus rischierà di pescare il Besiktas (magari), il Liverpool, il Tottenham, il Manchester Utd (magari no), il Paris Saint-Germain (magari no, e due) e il Manchester City (magari no, e tre). Facilissimo. Meno semplici, è evidente, si potranno rivelare alcuni accostamenti. Ci informa, poi, la Uefa che non si potranno sfidare squadre provenienti dalla stessa federazione o dallo stesso girone; e che le vincitrici dei gironi giocheranno in trasferta le partite di andata in programma il 13, il 14, il 20 e il 21 febbraio, e in casa la gare di ritorno previste per il 6, il 7, il 13 e il 14 marzo. Insomma i rischi non mancheranno per Di Francesco e per Max Allegri. A stonare, però, è un dato in particolare. E cioè. Sembra essersi totalmente sciolto il nesso tra le categorie delle teste di serie e delle non teste di serie. Fino a poche stagiono fa addirittura, arrivare primi nel girone significava avere la garanzia di incontrare un club abbordabile negli ottavi di finale. Era, in fondo, il giusto beneficio concesso a chi avesse conquistato la vetta della classifica. Adesso, invece, il privilegio appare scaduto. Per avere un’idea esatta del quadro, basta un esempio. L’esempio è il Besiktas. Con 14 punti, e senza mai perdere, ha vinto meritatamente il gruppo G. Tuttavia oggi potrà trovare sulla proprio strada il Bayern Monaco, il Chelsea e, non fosse già abbastanza, la Juventus e Real Madrid, ovvero le finaliste della scorsa edizione del torneo. Non stride un poco? Si direbbe quasi che la via del successo o comunque di un’ascesa naturale non transiti più per il bivio del merito. Poi, certo, una buona dose di casualità senz’altro avrà influito sul delinearsi dello scenario. Però, ecco, anche un anno fa, proprio gli ottavi finirono con l’opporre l’Arsenal al Paris e il Barcellona al Manchester City. Squadroni, quindi. Dev’essere il futuro che sta venendo via dal presente. E chissà che la Uefa, presto o tardi, non voglia provare a correggerlo nel cammino.



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