NOTIZIE CHAMPIONS LEAGUE VAR – La richiesta di Agnelli non è caduta nel vuoto: presto, anche protestare per un’eliminazione ai quarti di Champions sarà più difficile. Il colpo decisivo alle resistenze lo ha dato il successo del Mondiale: ora l’introduzione del Var nella più importante delle competizioni europee non è più un tabù.
L’Uefa è pronta a parlarne, un comitato competente affronterà l’argomento a Montecarlo prima dei sorteggi della fase a gironi di giovedì e già a settembre potrebbe deliberare un sorprendete “via libera”. Da subito, ma non ancora per l’intera durata del torneo. Solo dai quarti di finale. E il perché è semplice: solo introdurla nelle gare a eliminazione diretta, consentirebbe di avere Video assistenti a sufficienza per garantire standard elevatissimi, in linea col livello della competizione.
Ma anche – ed è tutt’altro che secondario – perché è altamente verosimile che chi ci arriverà avrà uno stadio attrezzato per il suo utilizzo: negli ultimi 5 anni, li hanno giocati solo club italiani, francesi, inglesi, spagnoli, tedeschi e portoghesi, ossia provenienti da federazioni che hanno infrastrutture già adeguate al programma. Ma l’origine della decisione era quasi implicita, a leggere le recenti novità in seno all’Uefa.
Dove il vecchio designatore Collina, non esattamente un ultrà della tecnologia, è stato sostituito da un altro ex arbitro italiano, Roberto Rosetti. Che lo scorso anno fu il responsabile italiano del progetto Var, lo ha poi “accompagnato” in Russia – vetrina che ha convinto della bontà dell’iniziativa anche tanti scettici – e ne è uno dei maggiori sostenitori a livello globale. Indicarlo al vertice della classe arbitrale europea, segnava già di fatto un’intenzione politica di sterzare in quella direzione. Prossimo passo, Euro 2020.
(La Repubblica – M. Pinci)
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