Eusebio Di Francesco

(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli) Si riprende domani, ma l’appuntamento a Roma è per stasera. Di France­sco e i calciatori si rivedranno a Trigoria in mattinata e, per la prima volta in questa stagione, avranno un mese e mezzo pie­ no di lavoro senza partite infra­settimanali. Anzi, una ci sarà, in attesa di quella con la Shakhtar in coppa, e cioè il recupero a Genova contro la Samp della settimana prossi­ma, ma per il resto allenatore e giocatori potranno disputare solamente una gara di campio­nato ogni sette giorni. E allora, in attesa delle vie infinite del mercato, Pallotta e fair play finanziario permettendo, il tur­nover scientifico ­ o quasi ­ sarà messo in soffitta.

I FEDELISSIMI – Il tecnico, come ha lasciato intendere piuttosto chiaramente, ha alcune certez­ze. Alisson, ovviamente, Mano­las come centrale, Kolarov, De Rossi in mezzo al campo (non fosse altro perché chi dovrebbe farlo rifiatare non ha dato ri­sposte convincenti) e Dzeko in attacco. In campionato, perché questo la Roma giocherà fino a fine febbraio, il portiere e l’at­taccante le hanno disputate tutte, Kolarov ne ha saltata una, il capitano 6 (pur essendo quello con più km sulle spalle, più di 11 di media), così come Manolas. Tra i giocatori di mo­vimento, il bosniaco è quello che ha giocato più minuti, oltre 1700, e da lui si ripartirà a San Siro. Non segnerà come lo scorso anno, ma Dzekoera e resta un punto cardine del gioco.

QUALE RADJA? – Punto cardine, in teoria, lo sareb­be anche Naing­golan, 15 partite e oltre 1300’ in campo. Tra i centrocampisti è quello che in Serie A tira di più (23 volte) e ha la maggiore ca­pacità di cambiare passo. Per lui un posto da titolare c’è pra­ticamente sempre, ma dopo l’esclusione contro l’Atalanta per motivi disciplinari, ci si in­terroga su quale Nainggolan ri­troverà la Roma. Quello che in campo ha sempre dato tutto o un giocatore provato dalle vi­cende delle ultime settimane? Se sarà, al netto di una forma che da novembre è un po’ cala­ta anche per alcune noie mu­ scolari, il Nainggolan della pri­ma parte di stagione, la maglia sarà sua. Senza se e senza ma.

CERCASI FIDUCIA – Qualche se e qualche ma, invece, c’è per tutti gli altri. Florenzi e Peres, in attesa del mercato, si alterneranno sulla fascia destra, ma se non avrà problemi fisici il ti­tolare sarà il vice capitano. Fa­zio, dopo Kolarov, è il difensore con più presente, giocherà ac­canto a Manolas, ma deve di­menticare in fretta gli errori degli ultimi tempi, soprattutto quelli contro l’Atalanta e lo stesso discorso vale per la sua prima alternativa, Juan Jesus. Moreno, invece, dovrà faticare eccome per trovare spazio, così Emerson, che non sembra an­cora perfettamente in forma, dovrà suderà per levare spazio a Kolarov. A centrocampo, se Pellegrini sembra destinato ad avere sempre più occasioni Gerson e Gona­lons dovranno dare il 110% e Strootman idem perché Di Fran­cesco non può e non vuole accon­tentarsi del gio­catore visto nelle ultime uscite. Stesso discorso per El Shaarawy e Perotti, a cui il tecnico chiede meno egoismo e più concretezza, e per Schick, quello che dovrà faticare più di tutti. Perché, ancora prima del­ l’allenatore, dovrà convincere un’altra persona a ritrovare fi­ducia: se stesso.



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