Nicolò Zaniolo

ULTIME NOTIZIE AS ROMA JUVENTUS ZANIOLO – Uno strappa ovunque, l’altro fa sostanzialmente la stessa cosa anche se ama partire di più a destra. In comune hanno tante cose, ad iniziare da un destino quasi scritto negli astri: Chiesa per la Juventus, Zaniolo per la Roma. Con un minimo comun denominatore, la Nazionale di Roberto Mancini nella testa, scrive La Gazzetta dello Sport.

Chiesa ci sta dentro da un po’ e ne è anche un protagonista assoluto, Zaniolo ci vuole tornare presto, ad iniziare dal prossimo giro, quello di novembre, quando l’Italia si giocherà gran parte delle sue chance di andare al Mondiale a Roma, contro la Svizzera. Già, Qatar 2022, l’obiettivo delle due stelline. Che quando partono a campo aperto non le fermi più, sono capaci di portarsi via tutto ciò che trovano sulla propria strada.

Perché tra le tante cose che li accomunano c’è anche un’esplosività senza precedenti, di quelle che fanno di Chiesa e Zaniolo due giocatori differenti da tutti gli altri. Domani sera si sfideranno a distanza all’Allianz Stadium, magari come facevano da piccolini nel settore giovanile della Fiorentina. Enrico e Nicolò non erano nella stessa squadra, ma comunque facevano parlare di sé. Anche se Zaniolo venne poi lasciato libero e le sue rivincite se le è prese dopo, strada facendo. Tra i due non c’è stato neanche modo di diventare amici e – di certo – non sarà quella di domani l’occasione giusta. Succederà più avanti magari, per ora pensano tutti e due solo a come vincere la partita dell’Allianz Stadium.

I muscoli gli permettono di “strappare”, lasciando indietro i difensori: ora Fede deve usarli anche per reggere il peso che si somma sulle sue spalle. L’assenza di Morata, quella probabile di Dybala, l’esperienza tutta da costruire del suo probabile partner in attacco, lo mette al centro della fase offensiva bianconera. Se dietro ci sono le solite facce a guidare le truppe (Chiellini e Bonucci), da centrocampo in su sarà lui, il numero 22, l’osservato speciale.

Se la prima stagione è stata quella dell’inserimento nei meccanismi bianconeri (ed è andata molto liscia e molto di fretta), la seconda sembra prevedere una sua evoluzione in campo. Non più la linea laterale come compagna di corsa, non più la fascia come terreno di conquista: ora l’ex viola deve, anche per necessità della squadra, avvicinarsi alla porta e recitare da vera punta. Lo farà domani, lo ha fatto in passato nella sfida più memorabile fra le sette che ha giocato conto i giallorossi in carriera.

Quarti di coppa Italia del 2018-19, clamorosa vittoria 7-1 dei viola di Pioli sui giallorossi di Di Francesco, con tripletta di Fede, usato da attaccante di destra in un tridente. Da allora i passi in avanti sono stati numerosi, complice la grande fame e la voglia di imporsi sul campo. Le recite da protagonista nella seppur breve Champions di un anno fa lo hanno reso ancora più consapevole dei suoi mezzi, il trionfo estivo in azzurro lo ha abituato a volere il massimo. Ora in classifica insegue e sa che la risalita passa dalla Roma.

Per Zaniolo invece la partita di domani ha mille significati diversi e forse anche qualcosa in più. Perché contro la Juventus – anche se a Roma, allo stadio Olimpico – è iniziato il suo calvario, il 12 gennaio del 2020, con il ginocchio destro che ha ceduto di schianto proprio durante una delle sue proverbiali accelerazioni. Oltre un anno e mezzo prima, invece, l’allora d.s. bianconero Fabio Paratici si era dimenticato un «pizzino» in un ristorante di Milano, dove accanto ai nomi di Chiesa e Tonali c’era anche quello di Zaniolo. Con una cifra eloquente, quel 40 che stava lì ad indicare la valutazione massima fino a dove spingersi per portare il giovane talento giallorosso a Torino.

Quel trasferimento non si è mai fatto e oggi come oggi Zaniolo punta soprattutto a diventare il simbolo della Roma di Mourinho. Il fastidio al flessore– che gli ha fatto direi di no alla chiamata in extremis di Roberto Mancini – è oramai acqua passata. Ed a stimolarlo ancora di più ci sarà non solo la sfida a distanza con Chiesa, ma anche quella con Kean, suo grande amico ai tempi della nazionale Under 21. «Mi mancava, sono contento sia tornato in Italia – ha detto tempo fa parlando proprio di Moise – L’ho visto cambiato, è molto più maturo». Adesso tocca a lui fare il definitivo salto di qualità. E la partita di domani, in tal senso, ha davvero mille perché…



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