Uno dei grandi dubbi era capire se lì in mezzo al campo ci sarebbe stata vita anche senza Pjanic. Senza, cioè, l’uomo che più di tutti lo scorso anno aveva costruito e realizzato il potenziale offensivo della Roma (12 gol e 12 assist per lui), tra tiri, attacchi e occasioni da gol illuminate dal suo genio. E invece la risposta più bella nella battaglia di Oporto è arrivata proprio lì, a centrocampo, con quel trio di combattenti (De Rossi, Strootman e Nainggolan) che non hanno lasciato nulla di ciò che passava dalle loro parti: spazzando, respingendo, intercettando tutti i palloni che gravitavano a ridosso dell’area di rigore giallorossa.

LA METAMORFOSI – Un centrocampo nuovo, però, molto più muscolare e meno fantasioso di quello che vedeva come protagonista Pjanic, un terzetto oggi che gioca molto più di sciabola e meno di fioretto. Ma che al Dragão è sembrato già lavorare benissimo ogni pallone: Strootman ha riciclato quelli che doveva pulire rubando anche tanti palloni, De Rossi ha spento sul nascere molte delle iniziative portoghesi e Nainggolan ha corso per tre, finendo la partita addirittura da terzino. Spalletti alla fine ne è uscito soddisfatto, elogiando tutti e tre i centrocampisti in questione. Unico neo, probabilmente, quella ricerca della verticalizzazione nel primo tempo con tempi e modi sbagliati, quando di spazi non ce n’erano molti ed era meglio dedicarsi al possesso palla.

A CACCIA DI LUCE – Ecco, lì sarebbe servito eccome uno come Miralem Pjanic, capace anche di congelare il pallone nei momenti giusti, quando invece di andare bisogna saper temporeggiare, per stanare magari definitivamente l’avversario. Uno dai piedi buoni, insomma, delicati, che tre come quelli lì non possono avere perché altrimenti sarebbero da clonare. Quello è un centrocampo che nella battaglia di Oporto si è esaltato come in poche altre circostanze sarebbe stato possibile, ma che se c’è da inventare e gestire fa un po’ fatica. Servirebbe uno alla Borja Valero, su cui non a caso la Roma ha messo gli occhi. Lo spagnolo è la prima scelta di Spalletti, l’uomo che secondo il tecnico giallorosso può far fare il salto di qualità definitivo alla squadra giallorossa, accorciando anche il gap con la Juventus.

I MOVIMENTI – Anche perché, a conti fatti, il centrocampo sembra davvero il reparto più corto, come uomini e come scelte. Tolti appunto i tre di Oporto, Spalletti ad oggi può contare solo su Paredes, visto e considerato che a Gerson servirà tempo per capire come si gioca in Italia (e la tribuna in Portogallo è lì a testimoniare come ad oggi non sia ancora pronto). Leandro Paredes, tra l’altro, come ha detto lo stesso Spalletti «vuole giocare di più, cosa che io oggi non posso garantirgli. E con giocatori bravi come lui si fa anche mercato». Insomma, il futuro di Paredes sembra più lontano da Roma che nella Roma («Ma non ha chiesto di partire e comunque non decide solo lui», commenta il direttore generale Mauro Baldissoni), mentre quello di William Vainqueur sembra già scritto e porta direttamente il Premier League. Ecco perché probabilmente il mercato della Roma non è finito, manca almeno un’altra pedina in mezzo al campo. La prima scelta è proprio Borja Valero, l’alternativa il giovane Tielemans dell’Anderlecht. Comunque vada, però, dopo il ritorno con il Porto ci saranno ancora giorni caldi. A caccia di una luce che illumini un centrocampo di combattenti e lottatori.

(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese)



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