Il cinepanettone proposto sugli schermi romanisti, in versione solitaria e senza la sgradita compagnia del Napoli, assomiglia di più a un film già visto che a una prima visione: i 3 punti incamerati, in rimonta, con il Chievo, valgono la sesta replica negli ultimi 16 anni. Una proiezione che finora ha regalato sempre la stessa trama: Roma seconda della classe al momento di addentare il panettone e rimasta nella stessa posizione di classifica a fine campionato. Questo remake, comunque, può offrire qualche effetto speciale in più a livello numerico: 84 punti in 37 partite del secondo governo Spalletti, 12 successi casalinghi consecutivi, 9 in questo campionato. Rifondata per l’occasione nel modulo, con una quasi inedita difesa a tre (Vermaelen dentro dall’inizio), immutata nella sua strana psicologia di dover ricevere uno schiaffone prima di svegliarsi e non lasciare le questioni in sospeso: questa, nel bene e nel male, resta la Roma attuale. Anche quando fa subito la voce grossa, schiaccia il Chievo sulla difensiva, obbliga Sorrentino agli straordinari, reclama un paio di rigori e manda al tiro, uno dietro l’altro, Dzeko, El Shaarawy, Salah, Nainggolan e Bruno Peres (palo esterno).
Pennellata di El Shaarawy Morale della favola: tante occasioni e tanto buon gioco ruminato per nulla. Cosi, dopo una mezzora abbondante a senso unico giallorosso, l’imprevisto schiaffo vincente di De Guzman, gentilmente aiutato dall’ennesima diagonale difensiva sballata da Bruno Peres, sveglia la Roma e condanna il Chievo a non potersi cullare sull’incompiutezza altrui. Una punizione splendidamente pennellata da El Shaarawy, una zampata ravvicinata di Dzeko, al 13o centro in campionato (uno in meno di Icardi), e un rigore trasformato dal subentrato Perotti rimettono la chiesa giallorossa, per dirla alla Rudi Garcia, al centro del villaggio del secondo posto, più a distanza di sicurezza dalle inseguitrici Napoli e Lazio e un po’ più vicina alla vetta.
Al ritmo della capolista Sotto l’albero della Roma, dopo il passo falso di Torino, c’e il regalo della blindatura del ruolo di prima antagonista della Juve. Obiettivo minimo dichiarato, ma comunque raggiunto, racimolando 12 punti nelle ultime 5 gare dell’anno. Cosa sarà il 2017 romanista, con un’infinita di contratti da discutere (Spalletti, De Rossi, Nainggolan e Manolas in testa), resta ancora tutto da scoprire. Molto dipenderà dalle prossime mosse societarie, non solo sul mercato. Aver terminato bene il 2016 può essere un buon primo passo in previsione dell’anno che verrà.
(La Stampa – M. De Santis)
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