Lorenzo Pellegrini

ULTIME NOTIZIE AS ROMA PELLEGRINI – Arrendiamoci. Nel bene e nel male l’impatto mediatico della Roma sarà cannibalizzato da una sola persona: José Mourinho. Ogni azione, ogni gesto, ogni parola dell’allenatore portoghese verrà vivisezionato in tutte le sfumature, cercando significati più o meno reconditi, scrive La Gazzetta dello Sport.

Così anche ieri, nella prima amichevole giallorossa «open», giocata a Trieste, fa notizia persino quando dice «ahó» oppure «daje». Ma ciò che conta davvero sono le indicazioni e così – dopo aver vagato dal braccio di Mancini a quello di Zaniolo e infine di Dzeko – la fascia da capitano è tornata sul braccio del legittimo proprietario: Lorenzo Pellegrini. È ancora lui il leader di una squadra che, tra luci e ombre, batte la Triestina (Serie C) con uno 0-1, santificato dalla rete di Zalewski.

Il gol del 19enne trequartista — il primo in giallorosso – non toglie la ribalta a Pellegrini, che torna in campo dopo il malinconico infortunio occorsogli il 9 giugno scorso e che gli è costato il posto nel gruppo dell’Italia diventata campione d’Europa. Nella chat di gruppo degli azzurri, in realtà, Lorenzo non è mai stato cancellato, e questo dimostra quanto il c.t. Mancini e gli altri lo considerino parte integrante della rosa.

L’amarezza del centrocampista è stata infinita, temperata solo dalla gioia per la vittoria degli amici. Per questo il ritorno contro la Triestina non è stato banale, e Pellegrini ha dimostrato di essere già pronto, nonostante fosse all’esordio. Nei 45 minuti giocati, i primi, il capitano infatti è stato l’unico ad impegnare Offredi, portiere della Triestina, illuminando a volte il gioco con assist e aperture. Ma non si è tirato indietro neppure quando Zaniolo si è messo a battibeccare con Lopez dopo aver subito un fallo e una pallonata.

E a proposito di Nicolò, non è sfuggito in tv il disappunto di Mourinho per la reazione (troppo) palese avuta dal ragazzo dopo il fallo subito. L’impressione è che il portoghese non ami atteggiamenti sopra le righe. Quelle, in fondo, forse se le può permettere solo lui. D’altronde, sarebbe eccessivo pretendere che Zaniolo abbia già un aplomb alla Pellegrini. Il capitano d’altronde, pur in una Roma in maschera, ha guidato l’attacco del primo tempo, in quel 4-2-3-1 che lo ha visto alle spalle di Dzeko, avendo ai lati Zaniolo e Mkhitaryan.

A fare la partita sono stati sempre i giallorossi, che però hanno trovato il gol grazie a Zalewski solo nella ripresa, quando il baby ha ribadito in rete una conclusione di El Shaarawy respinta dal portiere. Oltre al ritorno di Pellegrini, la buona notizia è che la “banda del buco” forse non esiste più. La difesa, infatti, nelle prime tre amichevoli – contro Montecatini, Ternana e appunto Triestina – non ha subito neppure un gol e non è mai stata davvero in difficoltà. Buone sensazioni, poi, arrivano anche dai ragazzi più giovani, con in vetrina, oltre a Zalewski, anche Bove e Ciervo.

Insomma, piccoli Pellegrini – ovvero talenti fatti in casa – crescono, e bene. A questo proposito, vale la pena ricordare che fra nove giorni scadrà la clausola da 30 milioni che consentirebbe al capitano di liberarsi a una cifra prefissata. Nonostante la corte del Tottenham, nessuno pensa che possa accadere, ma il contratto del capitano scade a giugno prossimo e il rinnovo è d’obbligo. Da ieri in poi, sarà lo stesso Mourinho a chiederlo, perché il messaggio che ha detto ai ragazzi, anche a Trieste, prima di entrare in campo è stato chiaro: «Dobbiamo vincere». E con Pellegrini sarà tutto più facile.



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