(La Repubblica – M. Pinci) Quando la usava la nazionale, in Italia era quasi una comparsa: poteva vestirsene occasionalmente la Juventus, ma della difesa a tre se ne erano perse o quasi le tracce. Poi è successo qualcosa: tra lo scorso weekend e questo turno infrasettimanale, mezza Serie A è tornata a utilizzarla. A San Siro martedì l’ha scelta il Cagliari contro l’Inter, che aveva giocato così tre giorni prima. Roma e Lazio hanno affrontato un derby con i tre difensori, ma se Simone Inzaghi lo fa dallo scorso anno ( come pure l’Atalanta), per Di Francesco era l’onda lunga dell’effetto Barcellona, quando rivoluzionando la squadra col passaggio alla nuova formula ha rovesciato il pronostico. «Anche io ho osservato questo ritorno alla difesa a tre – riconosce Andrea Mandorlini, ex allenatore del Genoa – e credo che parte del merito sia proprio di Roma- Barcellona». Lo dice con convinzione: «Quell’impresa può condizionare un allenatore, la vedi e può venirti voglia di farla tua. Ma può essere anche una scelta figlia del finale di stagione, quando c’è da fare risultato: magari all’inizio parti col proposito di fare gioco, poi quando contano i punti può capitare di optare per un atteggiamento diverso. Di Francesco lo fece anche al Sassuolo e quando a Coverciano gli chiesi perché l’avesse fatto, mi rispose: “Sai, per cambiare anche un po’ la testa ai giocatori e non far sempre le stesse cose”. Devo dirgli che è stato bravissimo».
Lui, l’allenatore romanista, è uno degli ultimi a esserci arrivato, insieme al Cagliari. L’Inter è cresciuta col dna della famosa difesa a “ tre e mezzo” su cui Spalletti lavorava anche a Roma: se Cancelo attacca 8 volte a destra e D’Ambrosio a sinistra solo 2, nei fatti i 4 dietro sono quasi tre. Per tante ( Genoa, Udinese, Sassuolo) ha pesato il cambio di allenatore. Pensate a Milan e Torino: all’andata rossoneri con la difesa a 3 e Toro a 4, mercoledì con Gattuso e Mazzarri al posto di Montella e Mihajlovic, tutto il contrario. « È un modo di difendersi che risulta più semplice, ti garantisce la copertura soprattutto nella zona centrale e ti dà più certezze » , la spiegazione tattica di Lorenzo Minotti, ex centrale della difesa a cinque del Parma di Scala negli Anni ’90. «Ma fondamentale – aggiunge – è il ruolo degli esterni. C’è chi gioca con due terzini in fascia, e in quel modo rischi di avere una squadra bassa, quasi schiacciata. Poi c’è Guardiola, che quando la utilizza mette 2 attaccanti sulle corsie laterali: è un modo di difendere aggressivo, rischiando sempre l’uno contro uno » . Già, perché anche all’estero dilaga: il Chelsea di Conte ci vinse il titolo, poi l’hanno utilizzata il City, ma anche Arsenal e Tottenham. Chissà che anche la nazionale ora non torni a farci un pensierino.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA