(Corriere della Sera – L. Valdiserri) Eusebio Di Francesco, alla vigilia di Torino-Roma, aveva sottolineato l’importanza di vincere anche le partite «sporche». I 3 punti presi contro i granata, sempre più orfani di Belotti, sono stati l’incarnazione delle sue parole. Poco spettacolo, ritmo che ha risentito dell’euro-fatica contro il Chelsea e gol decisivo segnato su punizione di Kolarov che, in questo inizio di stagione, ha inciso nella classifica come se fosse Messi o Cristiano Ronaldo. La vittoria è comunque pesantissima, perché consente alla Roma di guadagnare un paio di punti su Napoli e Inter, in attesa del doppio impegno casalingo contro Crotone e Bologna (mercoledì e domenica) dove sono obbligatori 6 punti per fare discorsi ambiziosi. Bisogna crescere nella qualità del gioco, ma questo lo sa anche l’allenatore, che potrebbe riavere presto Schick e Karsdorp (ieri in panchina). Di Francesco ha usato il solito turnover e schierato Nainggolan in un’improbabile posizione da esterno del 4-3-3. Quando nella ripresa il belga è tornato a centrocampo è sembrato un altro giocatore.

Fino al gol, il Torino di Mihajlovic aveva fatto partita pari, ma è stato Toro vero solo per una decina di minuti, alla fine del primo tempo: prima Sadiq è stato anticipato da Moreno (buon debutto) con una scivolata disperata e poi Iago Falque è stato stoppato da Juan Jesus quando stava tirando a botta sicura. L’assenza di Belotti è stata decisiva: Sadiq non ha inciso e Ljajic ci ha provato per un’ora, ma poi si è demoralizzato visto che non trovava appoggio né da Iago Falque né da Niang, fischiatissimo all’uscita dal campo anche al di là dei propri demeriti. Senza un centravanti vero, capace di finalizzare il gioco, è difficile vincere. Serve, in questo caso, un episodio. La Roma lo ha trovato con Kolarov, che ha bissato la prodezza della prima giornata, contro l’Atalanta. Sei punti con la sua firma. Nell’occasione, peraltro, Sirigu è sembrato troppo sorpreso. A fine gara, Kolarov è stato di sintesi balcanica: «Non ha senso parlare di scudetto dopo 8 partite. Un aggettivo per descrivere la Roma? Non lo so, il mister e gli altri sono più bravi in queste cose». Lui è bravo a fare il leader. Sconsolato Mihajlovic, fermo a 13 punti: «Ha deciso un episodio, non meritavamo di perdere». Vero, ma questo è il calcio e, tante volte, da calciatore, è stato proprio lui a svoltare le gare con un colpo.



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