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Rassegna stampa

Comanda Alisson: la Roma gli affida il pass Champions

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Mettiamola così: se la Roma approccia al playoff Champions con la serenità di risultati confortanti – saranno pure amichevoli, ma perdere è sempre il peggiore dei mali – è anche grazie a un ragazzone brasiliano di 23 anni che è riuscito in un’impresa grande così. È riuscito, Alisson Becker, a far concentrare i curiosi più sulle sue parate che sul colore della maglia da gioco, un giallo fluo in stile Miami o Ibiza, fate voi. Fa tutto lui, invece, in porta. Contro il Liverpool prima, contro il Montreal Impact poi, Alisson ha messo in fila una serie di parate, interventi e giocate con i piedi decisamente non banali, molto più che decisive, senza dubbio assai esplicative delle sue qualità. Dire che ha convinto Luciano Spalletti è sintesi giornalistica che lascia poco all’immaginazione. Alisson ha fatto di più. Si è presentato al mondo Roma, anche a quelli che ritenevano mal gestiti quegli 8 milioni di euro serviti per strapparlo all’Internacional di Porto Alegre.

CRESCITA RAPIDA – C’è la firma di Walter Sabatini sull’acquisto di Alisson. C’era il pressing della Juventus, che dopo un giro d’orizzonte – peraltro non ancora terminato – per invididuare il dopo Buffon, aveva intravisto in Alisson il portiere del domani bianconero. Sarà, invece, solo quello del domani giallorosso. Anzi. Ecco la novità. Alisson è il portiere del presente. Perché il ballottaggio con Szczesny va considerato aperto, com’era nei desideri di Sabatini e della Roma tutta fin dalla scorsa primavera. Di più: se c’è un portiere in vantaggio oggi per disputare il playoff Champions, questo è proprio il brasiliano che da un mese si allena con i compagni, ha instaurato un feeling con il gruppo all’interno dello spogliatoio, ha colpito per personalità e ha subito recepito le volontà di Spalletti sulle modalità del gioco con i piedi. «Dobbiamo essere contenti, abbiamo visto qualcosa di buono da parte di Alisson – ha detto l’allenatore –. Abbiamo due portieri forti, non so chi sarà il titolare, dipenderà da loro. E io devo stare attento a essere corretto. Alisson ha fatto vedere di essere cresciuto con la gestione del pallone con i piedi, di essere forte tra i pali per la sua prestanza fisica e agilità. È chiaro che ci sarà una gerarchia, perché è sempre stato fatto così».

NUOVI TEST – Nell’immediato Alisson, poi si vedrà. Perché Szczesny, sbarcato ieri a Roma per le visite mediche e la firma, sa di avere dalla sua un feeling consolidato con Spalletti: se ha lasciato nuovamente l’Arsenal, non è certo per fare la riserva. «Sono felice che il tecnico mi abbia voluto nuovamente a Roma, voglio vincere lo scudetto, non ho altri obiettivi», ha detto il polacco alla tv di casa. Carico a mille, senza timori e con la voglia di non farsi scappare un altro giorno di inattività. Szczesny è fermo da due mesi: all’Europeo si bloccò per un infortunio alla coscia dopo la gara d’esordio del 12 giugno. Il suo stato di forma va testato. E forse è anche per questo che Spalletti ha chiesto di organizzare altre due amichevoli prima del playoff: una a Latina (10 o 11 agosto) e una seconda sempre in Italia, così da far guadagnare minuti a tutto l’organico. E i portieri non fanno eccezione.

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)



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