Milan-Roma 3-1

ULTIME NOTIZIE AS ROMA MILAN – La grande illusione finisce in diciassette minuti. Uno, (Giroud), due (Messias) e il gioco è fatto. Il Milan seppur demolito dal Covid, da infortuni di varia natura, dalla Coppa d’Africa, stordisce una Roma che si presenta alla Scala con l’abito scuro, con l’organico quasi al completo. Quel doppio colpo farà la differenza, prima psicologica e poi nei numeri, scrive Il Messaggero.

La Roma reagisce, certo. Ma non basta. La distanza tra Milan e Roma – confermata specialmente in questo avvio di partita – non è stata nella qualità degli uomini (Abraham e Zaniolo potevano far male a Gabbia e Kalulu), nel numero della rosa (il Milan aveva cinque giocatori fuori per Covid, la Roma era con i suoi titolari) a cui spesso fa riferimento Mourinho, ma è nell’attenzione, nella concentrazione, nella forza di sentirsi superiori, di giocarsela da superiori nonostante in campo si vada con qualche toppa. Si vuole dominare, e alla fine si domina, quel tanto che basta per marcare il territorio. Diciassette minuti, is all. E proprio in questa situazione diventa facile indurre gli avversari all’errore e qui conta l’aspetto mentale.

Il doppio vantaggio rossonero è un regalo prima di Abraham, che sfiora ingenuamente di mano la palla in area costringendo Chiffi (dopo il consulto alla Var) a concedere il rigore, il secondo è di Ibanez che con un retropassaggio difettoso mette nelle condizioni il Milan di raddoppiare. Davanti agli errori non c’è tattica che tenga, non c’è superiorità che si possa manifestare per grazia divina.

Alla squadra di Pioli, quei due regali, bastano e avanzano per campare di rendita: nella ripresa il Milan si concede il lusso, oltre a segnare il terzo gol (Leao) e a sbagliare il rigore (Ibra), anche di colpire due legni, uno con Brahim Diaz e uno con Florenzi (proprio lui). Per la Roma è stata una partita da rincorsa e dentro ci si è infilato pure Chiffi, sorvolando su possibili rigori su Zaniolo e uno su Ibanez. La Roma, insomma, sognava, poteva, doveva, e poi si è persa subito (e questa è l’ottava sconfitta in campionato): non ha approfittato di avere davanti un buon Milan, non un grande Milan. La corsa verso la zona Champions rallenta ancora, Mou attende i rinforzi e chissà dove lo porteranno. Alla Roma mancano giocatori di qualità, è vero, ma anche di personalità.

Eppure Mourinho se l’è venuta a giocare, proprio pensando di sfruttare le note difficoltà rossonere. Ha provato ad aggredire subito, a palleggiare. Ma dopo quell’uno-due, ciò che era una strategia teorica è diventato un dovere tattico: attaccare per la sopravvivenza, per la rimonta. José ha puntato sulla qualità di Micky e Pellegrini, con Veretout in mezzo, ma gli errori sono stati decisivi, più della tattica.

Errori che hanno mandato in bambola la squadra: Abraham sembrava in vacanza, Zaniolo sbatteva contro il muro e chi, come Micki e Pellegrini, doveva portare palla in avanti, è stato frenato. Il dominio del Milan si interrompe con l’occasione di Zaniolo, che si mangia un gol e con quella di Abraham, che di testa manda in ansia Maignan. C’è pure il tempo per vedere una rissa, scatenata da Theo, che stuzzica Karsdorp: non è solo un duello ad alta velocità il loro, le scorrettezze aumentano col passare dei minuti: entrambi ammoniti e tacitati.

Abraham si sveglia e sveglia un po’ tutta la squadra, con quella rete a fine primo tempo: l’inglese pulisce un tiro sporco di Pellegrini e supera Maignan. Da quel momento, torna il coraggio e si contano altre occasioni, prima con Zaniolo, poi con Abraham, poi con un tiro bomba di Mkhitaryan. Mou aggiusta la squadra, vede avvicinarsi il pareggio. Entrano Cristante, El Shaarawy e Felix poi Shomurodov e Perez, ma a Pioli basta un innesto, Leao, per rimettere le cose a posto: segna subito il 3-1 e lì finisce tutto. O quasi.

Mou perde Karsdorp che si becca il secondo giallo per un fallo al limite dell’area su Theo e poi perderà Mancini (espulso) per una spinta in area nei confronti di Leao. Rigore che Ibra sbaglierà. Rigore che non avrebbe cambiato la storia della partita, ma che toglie alla Roma il suo difensore centrale per la sfida contro la Juve (oltre a Karsdorp). I guai non vengono mai da soli. Per fortuna arrivano i rinforzi.



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