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Rassegna stampa

Con Spalletti vita dura per i romani

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Sono Pesanti Questi Romani? Federico Ricci dovrebbe andare al Sassuolo, seguendo talenti espressivi come Pellegrini e Politano, imitando le traiettorie di Caprari, Romagnoli, Verre e tanti altri. Ma anche chi resta alla Roma non si diverte tanto, specialmente da quando Luciano Spalletti ha stabilito un codice di comportamento che non ammette deroghe e/o privilegi.

LA FASCIA L’ultimo caso è questione dei giorni nostri: Spalletti ha deciso di togliere i gradi di capitano a Daniele De Rossi, colpevole di aver lasciato la squadra in dieci uomini per un fallo violento contro il Porto. Al suo posto è stato promosso Alessandro Florenzi, su cui torneremo più avanti. De Rossi, che nelle prossime ore diventerà padre per la terza volta, non porterà la fascia almeno fino a quando non si conoscerà la squalifica Uefa che gli nega le prime partite del girone di Europa League. E’ il codice interno della società, è un regolamento che lo stesso De Rossi ha sottoscritto.

IL TITOLARE Si tratta del primo caso di un capitano degradato senza essere capitano. Eh sì perché, nonostante la consuetudine degli ultimi anni, il titolare di cattedra a Trigoria è ancora Francesco Totti. Che non gioca mai – è a zero minuti in questo inizio di stagione – ma è sempre il simbolo della squadra. Non occorre un grande sforzo di memoria per ricordare le frizioni con Spalletti nella prima metà del 2016: panchina, no al contratto, spiccioli di partite, gol a raffica, rinnovo quasi obbligato. Si può dire che Totti abbia convinto la Roma a procrastinarne la fine della carriera non con la forza del suo immenso passato ma con l’urto vigoroso del suo presente. Questo è l’effetto. La causa scatenante è stata proprio l’apparente ostilità attraverso la quale Spalletti ha saputo trarre il massimo dall’orgoglio di Totti. Con le esclusioni, con le dichiarazioni e persino con l’espulsione da un ritiro, come reazione a un’intervista piena di amarezza.

IL TERZO Ma la legge è uguale per tutti (e per Totti) e così anche su Florenzi la ferrea disciplina chiesta da Spalletti ha trovato applicazione. Nella scorsa stagione, negli ultimi minuti di Juventus-Roma, l’allenatore rimproverò platealmente il suo giocatore (proprio come ha fatto domenica a Cagliari). E poi in sala stampa svelò: «Alessandro è un ragazzo eccezionale ma deve evitare certe reazioni in campo. Diventerà un campione quando crescerà in questo senso. Da lui ci aspettiamo di più». Sarà una coincidenza ma subito dopo la notte di Torino, decisa da Dybala, Florenzi saltò due partite per una contusione.

RICORDI Nella Roma peraltro era già successo a uno dei tanti capitani romani di essere messo in discussione: nei primi Anni Novanta, Ottavio Bianchi tolse la fascia a Giuseppe Giannini per annodarla sul braccio di Rudi Voeller, dopo una serie di screzi privati. Giannini recuperò i gradi soltanto nella stagione successiva, il 1992/93, con l’ingresso a Trigoria di Vujadin Boskov, e liquidò con due aggettivi il vecchio allenatore: «E’ un uomo scorretto e sleale». Ai giocatori di oggi, vista l’aria che tira con Spalletti, conviene evitare di usare parole così forti.

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(Corriere dello Sport – R. Maida)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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