AS ROMA NEWS MOURINHO – Oltre il limite della Roma c’è José Mourinho, l’unico allenatore al mondo in grado di riempire uno stadio, scrive La Stampa. Una volta era raffinatamente perfido nelle parole e nel gioco, oggi è più spesso rude, maleducato e se un tempo ambiva a scardinare classifiche con i risultati più lussuosi, adesso si sceglie piazze disposte a crederlo un dio e squadre dove può predicare a intermittenza, ma sa costruirsi il percorso perfetto nel luogo ideale. È rimasto un gigantesco motivatore, un inguaribile risultatista ovvero un imperterrito ottimista.
Mourinho sa di calcio, Mourinho sa di vita nessuno lo negherebbe eppure le critiche che spesso lo bersagliano (alimentandolo) non sono gratuite. Mourinho costruisce squadre che gli somigliano e quindi punta sempre sulla strategia della tensione, pazienza se qualcuno non la regge.
Quando la Roma si perde ancora prima di perdere è perché è troppo carica, agitata e sfinita dal nervoso di cui il suo tecnico si nutre, quando, come l’altra sera contro il Feyenoord, occupa il campo con tutto il tempo che c’è, senza l’ansia di sbranare (né gli uomini per poterlo fare) e con la consapevolezza di saper reagire, deve sempre all’allenatore lo spirito oltre che l’assetto. Mou sa incartare gli avversari, è la sua migliore qualità.
Poi canta con la curva. Poi regala a un giornalista olandese il portachiavi della Conference. Poi provoca Cassano. Poi fa l’occhiolino ad Allegri, in questa stagione ha incartato pure lui, ma forse se potesse scegliere non lo se lo vorrebbe trovare davanti in finale. Con l’effetto specchio si rischia sempre di perdere i punti di riferimento.
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