Il trenta se l’è conquistato sul campo, per la lode ripassare. Magari domani sera. L’universitario Edin Dzeko prepara la discussione della tesi, dal titolo “la ricerca del gol”, possibilmente quello decisivo, da infilare contro il Lione. E poco importa che in ballo ci sia la riuscita di una semi-impresa: il centravanti non può certo sentire la pressione di un ottavo di finale d’Europa League, anche se per passare il turno la Roma dovrà rimontare la sconfitta per 4-2 dell’andata. Con la rete di Palermo, Dzeko ha raggiunto quota trenta centri stagionali, venti in campionato, due in coppa Italia e ben otto in Europa. E quello internazionale è il palcoscenico più ambito dal calciatore, quantomeno a partire proprio da questa fase della coppa continentale, lente d’ingrandimento sotto la quale mettersi per aumentare il proprio prestigio internazionale – all’inseguimento della scarpa d’oro – e quello del club giallorosso, che ambisce ad andare più avanti possibile tra le big europee. A seguire il tentativo di rimonta della Roma, ci sarà James Pallotta, atteso domani pomeriggio nella capitale. Il presidente, dopo quattro mesi dal suo ultimo viaggio romano, sbarcherà nel pomeriggio a Ciampino, con un volo privato proveniente da Londra – dove in queste ore si è incontrato con il consulente esterno, Baldini – per poi trasferirsi nel solito albergo del centro che lo ospita, prima di andare all’Olimpico per seguire la gara con il Lione. Non troverà il “sold out”, visto che procede con affanno la vendita dei biglietti, e le proiezioni d’afflusso fanno immaginare al massimo trentamila spettatori. Talmente poco frenetica l’attesa – in controtendenza con la storia romanista vista l’importanza della gara – da spingere Sky, che di abbonamenti televisivi ovviamente vive, a diffondere in extremis una promozione per riempire lo stadio: il 50% di sconto sul biglietto di tribuna Tevere o Monte Mario a chi è abbonato alla piattaforma satellitare da più di un anno. Il calcio all’interno di uno stadio semi-vuoto è evidentemente un prodotto scarsamente vendibile per le tv a pagamento, e questa iniziativa dice molto del momento di disaffezione – al netto della protesta degli ultras – che stanno vivendo i tifosi giallorossi.

Tra la presenza alla partita e gli incontri istituzionali legati allo stadio, nella sua settimana di permanenza nella capitale, Pallotta troverà il tempo di incontrare Spalletti. Almeno per una cena, per dirsi in faccia quanto regalato alla stampa nei giorni scorsi. Prima di immergersi nel toto- allenatore del futuro, infatti, sembrano esserci tutti i margini, ancora, per rinnovare il legame tra le parti, per convincere il tecnico toscano a prolungare il suo legame con il club di Trigoria. Il mister vorrebbe solamente più chiarezza, nella definizione degli obiettivi, nelle risorse che si potranno investire e su quali interlocutori avrà per poter stabile precise strategie lavorative. Su queste basi i margini per restare ci sarebbero. A prescindere dall’arrivo o meno della vittoria di un trofeo, che Spalletti continua a mettere come paletto imprescindibile per la sua permanenza. Sul campo, guai muscolari per Bruno Peres, alle prese con un affaticamento. Il giocatore sembra però intenzionato a stringere i denti, anche se difficilmente ce la farà a partire tra i titolari. Probabile quindi il ritorno alla difesa a quattro, con Ruediger a destra, Manolas, Fazio centrali, ed Emerson a sinistra.

(La Repubblica – F. Ferrazza)



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