Lionel Messi

(Corriere della Sera – L. Valdiserri) «Siamo qui, con grandissima umiltà, a preparare questa gara contro un’avversaria che è molto più abituata a queste partite. Vogliamo fare qualcosa di straordinario ed è giusto avere un atteggiamento positivo anche contro i più forti del mondo. È un grande orgoglio essere arrivati fin qui, ma vogliamo continuare a sognare. Dobbiamo essere spensierati, che non significa vada come deve andare, ma vuol dire avere il coraggio di fare la giocata». Sfidare il Barcellona al Camp Nou è (quasi) come lanciarsi da un aereo senza paracadute. Nelle ultime 25 gare di Champions giocate in casa, i catalani ne hanno vinte 23 e pareggiate 2. L’ultima squadra a passare è stata il Bayern nella semifinale di ritorno giocata l’1 maggio 2013. Non è facile nemmeno trovare le parole giuste – camminando sul filo sottile tra rassegnazione e spavalderia – per mandare in campo la squadra con le giuste motivazioni e con una tattica salvavita. Eusebio Di Francesco, nella vigilia della gara di andata dei quarti di finale di Champions (stasera alle 20.45), ci è riuscito. Il difficile, adesso, è portare in campo l’equilibrio che serve. Nainggolan farà stamattina il provino decisivo. Ieri si è allenato insieme agli altri nella blanda rifinitura. Secondo Di Francesco ha il 50 per cento di possibilità di giocare. Secondo il giocatore di più: «Se sono partito vuole dire che sto bene».

Il dubbio tattico è legato al ruolo di esterno destro di attacco. Tante le opzioni, nessuna quella che convince al 100 per cento: El Shaarawy, Gerson, Florenzi (con Bruno Peres terzino) e Defrel (più facile entri a partita in corso). La Roma è arrivata fin qui attraverso il gioco, che in Europa è stato molto più efficace che in campionato, e Di Francesco non vuole snaturare la squadra: «Il punto debole del Barça? Con le dovute proporzioni è lo stesso che ha la Roma: è una squadra molto aggressiva e perciò, se usciamo bene dalla prima pressione, possiamo creare occasioni. Il Barcellona accetta l’uno contro uno a tutto campo, perciò dobbiamo vincere molti duelli e sbagliare pochissimo. Il modulo? Guardando la gara contro il Siviglia, l’ideale sarebbe un 4-2-3-1, ma per un’ora non c’era in campo Messi… Non penso a un 4-4-2, non sono abituato a improvvisare e sarebbe un segnale di debolezza». Il Barça ha recuperato Messi e Busquets, l’unico ballottaggio è tra Dembélé (favorito) e Paulinho. La stampa spagnola continua a parlare di Alisson al Real Madrid nella prossima stagione e vede la gara di oggi come la prima sfida del portiere brasiliano a Messi. Il presidente James Pallotta, ammalato, non sarà della partita. La Champions, comunque vada la sfida al Barça, gli ha portato in cassa 81 milioni. Pallotta ha già vinto, ma proprio per questo difendere il terzo/quarto posto in campionato resta la priorità della stagione. Anche se parlarne adesso sa quasi di sacrilegio.



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