Lorenzo Contucci, l’avvocato dei tifosi spiega perché i tifosi non torneranno all’Olimpico nemmeno in una partita importante come quella di giovedì: «In occasione della gara contro il Porto alcuni tifosi erano rientrati, ma magicamente si sono visti affibbiare una quarantina di multe per cambio di posto. Da allora sono tornati a protestare civilmente con la loro assenza. Un ragazzo che deve pagare una multa di 167 euro, quando gli abbonamenti di curva costano 280, è troppo penalizzato. Qualche giorno fa tutti hanno esaltato lo spettacolo del derby di Genova. Ma a Marassi è stato consentito portare fumogeni e torce, tutte cose che costituiscono reato. A Roma questo non è assolutamente possibile».
Poi c’è il discorso delle barriere, che hanno svuotato le curve. «All’Olimpico non è ancora tornata la normalità. Le barriere sono state abbassate, ma sono rimaste. E da quando sono state dimezzate si sono tornati a inasprire i controlli. Sono state sequestrate sciarpe con la scritta: “Che Dio vi fulmini”, che da sempre si vedono negli stadi. Questi provvedimenti così rigidi scoraggiano la gente a tornare allo stadio». Spalletti domenica sera ha rivolto un nuovo appello ai tifosi: «L’allenatore s’informi. Se suo figlio dovesse pagare una multa di 167 euro solo per aver incitato la sua squadra non so come la prenderebbe. Purtroppo questo è un problema solo di Roma. Perché vediamo che anche a San Siro sono tornati i 60.000 spettatori ad ogni partita. Speriamo che riescano a togliere presto le barriere, secondo l’invito del governo. Questa idea ossessiva di voler rieducare i tifosi non porta da nessuna parte. A tutti i tifosi dispiace non poter sostenere la squadra, ma è anche una questione di coerenza».
(Corriere dello Sport)
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