Una tempistica precisa e stretta per provare a salvare la Conferenza di Servizi sullo Stadio della Roma di Tordi Valle e non dover ricominciare tutto da capo buttando quasi tre anni di lavoro. Con questo obiettivo, domani in mattinata una delegazione tecnica dei proponenti si recherà in Campidoglio per “mostrare” nuovi rendering e planimetrie. Non dovrebbe trattarsi di nulla di «ufficiale e protocollato» ma di una consegna a mano ai funzionari capitolini di documenti utili affinché in Comune si possa provare a procedere con la stesura di una bozza di nuova delibera di pubblico interesse.

Secondo step: giovedì 23, seduta straordinaria del Consiglio comunale con le opposizioni sul piede di guerra per vedere le carte dietro le dichiarazioni della Raggi (“L’obiettivo è garantire e presidiare l’interesse pubblico, salvaguardando l’equilibrio di tutte le opere sul territorio”). Dopo di che, prima del 31, una seduta di Giunta per approvare il testo della nuova delibera di pubblico interesse. Solo così si può evitare di chiudere la Conferenza di Servizi con un nulla di fatto. Strada strettissima, anche perché gli uffici sono in alto mare: non si vuole «copiare» la delibera Marino ma scrivere qualcosa di diverso, senza però indicazioni su quali siano, come, quanto e da chi siano pagate le opere di pubblico interesse. Lunedì, quindi, i progettisti vanno in Comune a portare questi pezzi di carta, pur non formali, provando così ad accelerare al massimo i tempi.

In Comune, c’è la «speranza» di riuscire a portare in Regione, prima del 31, probabilmente il 28 marzo, il testo di una nuova delibera di pubblico interesse approvata in Giunta. Un atto che avrebbe un simbolico valore di impegno politico e nulla più visto che l’urbanistica è, per legge, materia di esclusiva competenza del Consiglio comunale. Tuttavia, la speranza della Roma e del Comune, è che, riuscendo a portare questi primissimi atti in Conferenza di Servizi, accompagnati da una richiesta di sospensione, sia possibile riuscire ad ottenere che la Regione acconsenta a lasciare aperta la Conferenza mettendola, però, in «freezer» per riaprirla effettivamente quando, da un punto di vista legale, tutti gli atti saranno compiuti regolarmente. E cioè quando la nuova delibera sarà stata approvata dal Consiglio comunale (difficile metterci meno di un paio di mesi) e il nuovo conseguente progetto sarà stato elaborato a un livello di dettaglio pari al definitivo. Una procedura, questa, assai «creativa »:sarebbe la prima volta che l’ente pubblico disegna una propria delibera su un progetto privato invece che avvenire il contrario. Dal lato della Regione, secondo quanto filtra, se arrivassero in tempo questi documenti l’interruzione potrebbe essere accordata. «Tutto sommato – spiegano a via Cristoforo Colombo – è vero che l’urbanistica è una materia di Consiglio, ma una delibera di Giunta rappresenta un’assunzione di responsabilità politica di cui si può tener conto». Ovviamente, la condizione essenziale è che da un punto di vista amministrativo vi sia una consonanza di posizioni fra la Roma e il Campidoglio, insomma che non si verifichi di nuovo quanto avvenuto l’ultima volta con la lettera della Raggi a Zingaretti in cui si dava politicamente il via libera alla richiesta di sospensione ma senza che vi fossero atti amministrativi autorizzatori nei confronti del rappresentante del Comune che, infatti, si espresse contro la sospensione. Obbligando la Regione a negarla.

(Il Tempo – F. Magliaro)



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