Rassegna stampa
Così Friedkin vuole rilanciare la Roma
NOTIZIE AS ROMA FRIEDKIN – Il prossimo sarà inevitabilmente un anno di transizione. «Un piano industriale che nel primo anno metterà la basi per ottenere risultati forti e sostenibili dentro e fuori il campo», ha detto il Ceo Guido Fienga. Questo, però, non vuol certo dire che la Roma tira i remi in barca, anzi. La società si è posta come obiettivo il ritorno in Champions League, fermo restando che è consapevole che due realtà come Juventus e Inter in questo momento sono molto avanti rispetto a lei.
L’obiettivo, però, è far bene anche in Europa League e in Coppa Italia, arrivando il più avanti possibile, se non fino in fondo. Per mantenere alta la competitività del club si è così deciso di tenere i gioielli (Zaniolo e Pellegrini), che con Pallotta sarebbero invece stati a rischio. Da capire cosa succederà con Dzeko, per ora è arrivato un giocatore vincente come Pedro (25 titoli in tutto) e si punta a riportare nella Capitale anche Smalling.
Lo stadio della Roma
Ovviamente il nodo dello sviluppo futuro della Roma è strettamente legato all’approvazione finale della Convenzione e della Variante Urbanistica per il nuovo stadio di Tor di Valle. I recenti mal di pancia interni al M5S romano (causa la ricandidatura della Raggi alle elezioni comunali del prossimo anno) possono produrre solo un eventuale rallentamento dell’iter, che però non sembra a rischio. Insomma, lo stadio oramai si è spinto talmente avanti come procedura che è di fatto impossibile tornare indietro. La Roma, però, è ovvio che si aspetti il sì definitivo in tempi anche rapidi, per poi avviare i bandi internazionali (ci vogliono almeno sei mesi) e procedere finalmente con l’inizio dei lavori. Dal giorno del via ci vorranno dai 26 ai 30 mesi. Dovesse arrivare l’okay a settembre, lo stadio a fine 2023 potrebbe essere pronto.
100 milioni di plusvalenze
L’input è tenere i conti in ordine e non accumulare perdite mostruose. Insomma, dopo aver appianato i circa 300 milioni di debiti lasciati dalla gestione-Pallotta, Friedkin non vuole fare il passo più lungo della gamba. Ecco perché nelle prossime tre sessioni di mercato (questa, quella di gennaio e quella dell’estate 2021) la Roma andrà a caccia di circa cento milioni di plusvalenze. Ma anche di un centinaio di milioni di liquidità, cedendo quei giocatori in esubero che non sono più considerati funzionali al progetto (Kluivert, Under, Florenzi, Karsdorp, Schick, Perotti, Fazio, il giovane Riccardi). Ed è anche per questo che il monte-ingaggi che quest’anno girava intorno ai 160 milioni lordi dovrà inevitabilmente abbassarsi di circa il 25%, arrivando a 120 o giù di lì. Ecco anche perché è stato messo un tetto agli ingaggi di tre milioni di euro, a cui aggiungere eventualmente bonus a rendimento.
Visibilità internazionale
Nel piano industriale che Fienga e la proprietà hanno redatto c’è anche l’intento di «continuare a rafforzare la percezione e la visibilità internazionale del brand As Roma». A questo, ovviamente, è preposto soprattutto Francesco Calvo, che nel management-team della nuova Roma manterrà il ruolo di Cfo (Chief Operating Officer). La Roma da anni cerca di consolidare la sua immagine a livello internazionale e per questo con Pallotta la squadra era solita fare le tournée negli Usa (partecipando alla International Championship Cup) e una volta anche in Asia. Si andrà a caccia di visibilità, anche per entrare in contatto con nuovi possibili sponsor, considerando che i contratti con Qatar Airways e Hyundai scadono entrambi a giugno.
Ricucire il rapporto coi tifosi
La nuova proprietà vuole poi ricostruire il legame con la città e la tifoseria. Si cercherà di creare empatia, unione di intenti, collaborazione, per rilanciare un rapporto che sotto la gestione-Pallotta ha vissuto momenti di fortissimi criticità. Ma Dan e Ryan Friedkin non vogliono solo ricompattare la tifoseria nella città, ma espandere anche i canali a livello mondiale. Cosa che in realtà aveva provato a fare pure Pallotta ed infatti anche i Friedkin cercheranno opportunità di coinvolgimento ed interazione con i tifosi di tutto il globo, anche attraverso l’utilizzo dei canali digitali e dei social network. Insomma, essere tifosi oggi è molto diverso da come lo si era anni fa e su questo la società vuole creare piattaforme di consenso che aiutino a creare il più possibile un clima positivo intorno al club.
(Gazzetta dello Sport)
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