(La Repubblica – F. Ferrazza) Dal Lilla al Lilla al Viola, la storia di Gerson nella Roma è completamente cambiata. E non si tratta di mere questioni cromatiche — anche se le coincidenze risultano evidenti — bensì di un cammino che ha rischiato di precipitare, ritrovandosi invece in una sorprendente ascesa. Dieci mesi fa, il brasiliano — acquistato per 19, contestatissimi milioni dal Fluminense — era volato in Francia per accasarsi al Lille, club al quale la Roma lo aveva ceduto per 5 milioni in prestito oneroso, più diritto di riscatto di 13 milioni. Il ventenne tornò però indietro, non convinto dalla nuova destinazione, ritrovandosi scaricato da Spalletti e non riuscendo più a trovare spazio in campo. La partita con la Fiorentina è storia di oggi (ossia dell’altro ieri) e racconta della rinascita di Gerson tra le maglie viola, con addirittura una inaspettata doppietta che ha fatto stropicciare gli occhi a tutti, dentro e fuori Trigoria. Merito del feeling scattato con Di Francesco («Lo seguivo dai tempi del Sassuolo» ha detto il tecnico), di se stesso e di un nuovo modo di approcciarsi al lavoro.
Ma anche dei compagni che non lo hanno abbandonato: il risultato è che il brutto anatroccolo — arrivato con una clausola legata alla possibilità di vincere il Pallone d’Oro— è diventato un cigno sotto il diluvio toscano. Ventenne schivo, già papà di Giovanna, una bambina avuta poco dopo il suo arrivo in Italia, un anno e otto mesi fa, che nella vita privata gli regala stabilità, insieme alla giovane compagna. Vita a cui si è dovuto abituare nella nuova realtà, per una fase d’ambientamento che l’ha visto faticare, non troppo aiutato dal pressante papà Marcao, molto presente fino a qualche tempo fa nelle sue scelte. Ma Gerson è diventato più autonomo, consigliato dai connazionali presenti nella Roma: Emerson, con il quale ha festeggiato in discoteca la vittoria di Firenze, oppure Castan, fratello maggiore che gli fa da chioccia nello spogliatoio. Ora Gerson sfrutterà sosta del campionato per lavorare con Di Francesco, anche se saranno in pochi a restare a Trigoria, visto che le nazionali porteranno via bel 14 giocatori (De Rossi, Florenzi, El Shaarawy, Manolas, Kolarov, Nainggolan, Strootman, Moreno, Under, Perotti, Fazio, Alisson, Lobont, Skorupski).
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