ULTIME NOTIZIE AS ROMA CRISTANTE IBANEZ – Parla dell’inno, del campo, di quello che va e non va, dei tifosi e dei rinnovi, trovando sempre la parola giusta al momento giusto. Si muove a suo agio, dall’alto delle 998 panchine in carriera, come un attore navigato sul palcoscenico che per lui non ha più segreti. Ogni parola o movimento è studiato. Paradossalmente anche quello più naturale, scrive Il Messaggero.
E così ti aspetti che esulti al gol della rinascita di Zaniolo e invece Mourinho lo fa alla rete di El Shaarawy. Perché Nico già sa di averlo recuperato psicologicamente nel doppio ritiro mentre il Faraone rischiava di perdersi. E in questa nuova avventura c’è bisogno di tutti. Soprattutto perché se guarda la panchina “Ci sono posizioni in cui facciamo fatica ad essere competitivi ad alto livello”. Lo dice en passant, dopo il “manca qualcosa” del post Trebisonda, sperando in un colpo di coda di Pinto.
Nell’attesa, fa con quello che ha a disposizione. Riscoprendo e rivalutando calciatori che nell’ultimo biennio hanno fatto fatica. È il caso di Cristante, arrivato dall’Atalanta come trequartista e scivolato a fare il centrale difensivo. Mou, non potendo avere Xhaka, ha capito come Bryan fosse il centrocampista adatto a sopperire alle esigenze della mediana.
Il nazionale azzurro non è un regista classico, può avvicinarsi ad esserlo ora, perché è un calciatore intelligente. L’azione dell’1-0 contro il Trabzonspor dell’altra sera lo dimostra. Ma Cristante non è l’unico. L’altra nota positiva è Ibanez. Che da quando è arrivato José, non si perde più in fraseggi o improbabili salite palla al piede, agendo da stopper vecchio stampo. “Il primo obiettivo di un difensore è non sbagliare”, il dogma dello Special One. In una parola: semplicità. Lo sa bene Rui Patricio. L’ex Wolverhampton conferma la sua abilità tra i pali: decisivo sia con la Fiorentina che con il Trabzonspor.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA